I NUMERI DI LUKAKU E ICARDI. ROMELU NON E’ UN FUORICLASSE, MA È TANTA ROBA

I NUMERI DI LUKAKU E ICARDI. ROMELU NON E’ UN FUORICLASSE, MA È TANTA ROBA

A Milano piace Lukaku, ma non a tutti, o forse non del tutto.Come piaceva Icardi, i cui numeri erano al di sopra di qualsiasi critica, eppure non tutti erano entusiasti, si diceva che era un corpo estraneo alla squadra e che sapeva solo fare gol, che non è proprio un particolare trascurabile. A volte si viene esaltati/criticati per un gol fatto o per un gol sbagliato, ma questo, per un attaccante è fisiologico, un vecchio allenatore diceva sempre: “ conta trovarsi lì, poi il gol arriva”, altri sostenevano che i gol “ si pesano e non si contano” intendendo che fare il terzo o il quarto gol, pesa diverso che fare il gol dell’1-0. Sono tutti ragionamenti che hanno diritto di cittadinanza, ogni attaccante ha le sue peculiarità, i suoi difetti e i suoi pregi, e ognuno i propri gusti nell’apprezzare uno invece dell’altro. Certo che ci sembra evidente non negare che Lukaku non è un fuoriclasse, e non lo sarà mai. Messi, Ronaldo, lo sono indiscutibilmente, Dybala è sulla strada per diventarlo, per quello che hanno vinto, e per come si comportano nelle loro giocate, alcune semplici, altre grandiose, alcune strastosferiche. Lukaku è un buon attaccante, negli ultimi 5 anni è sempre andato in doppia cifra, forse non è nemmeno un top-player, ma un giocatore che deve essere anzitutto al top della forma fisica, quando la sua condizione è ottimale diventa un giocatore importantissimo: sa fare un po’ di tutto.Segna di testa e ha un ottimo sinistro, da fuori area e da dentro, ha una buona velocità nelle ripartenze, e un’eccellente progressione, tira i rigori bene, sa difendere la palla e sa far salire la squadra, è generoso nei recuperi e altruista per i compagni.Insomma risulta bravo in tutto ma, forse, non eccelle in niente. La critica si è soffermata sui gol sbagliati con la Roma, con il Barcellona e con la Fiorentina, e quindi fiumi di ironia e di inchiostro per ribadire che si era imbrocchito, come se i gol non li sbagliassero tutti ( Bobo Vieri ne ha preso le difese dicendo proprio la stessa cosa), poi la doppietta con il Genoa lo ha riportato in auge e la critica si è immediatamente zittita, perché come spesso accade nel calcio, l’equilibrio non esiste. Noi crediamo che un attaccante debba essere confacente al modo di giocare che un allenatore intende fare, e soprattutto, se si gioca con due attaccanti, complementare all’altro, e in questo Lukaku è esattamente quello che voleva Conte e gioca e si muove in maniera complementare all’altro attaccante, Martinez, che non a caso, segna e ha un rendimento eccellente. Sempre un vecchio allenatore amava ripetere: chi fa giocare bene la squadra sono gli attaccanti, se giocano e si muovano bene la’ davanti, la squadra gioca sicuramente bene. Ora così, per completezza di ragionamento, cerchiamo di fornire dei dati e dei numeri di Icardi e Lukaku, lungi da noi il tentativo di far cambiare idea a qualcuno, giusto che ognuno mantenga la propria idea, ma giusto anche, nel parlare, conoscere questi numeri. Non abbiamo voluto, in questi numeri, tener conto dei campionati di riferimento: “ In Italia, ha detto ieri Ronaldo, segnare è difficilissimo, il campionato più complicato per gli attaccanti” mentre il campionato francese, giocando nel Psg, con Mbappe’, Neymar, De Maria a fianco, e vincendo praticamente sempre, gioco forza risulta meno difficoltoso. Mauro Icardi e Romelu Lukaku stanno vivendo ognuno la propria stagione, il primo al Paris Saint-Germain e il secondo all’Inter, entrambi con numeri di tutto rispetto. Proviamo a metterli a confronto: la bilancia pende però verso il gigante belga. I due hanno segnato lo stesso numero di reti, 14, con una diversa ripartiezione (5 in Champions per Mauro, 2 per Romelu) e una maggiore frequenza di reti per l’argentino. Così Maurito risulta realizzare ogni 83’, contro i 132’ che servono al belga.E alza la frequenza in Champions: un gol ogni 80’. Sono i numeri che Wanda Nara rivendica, quando dice: «Sarebbe bello vedere Lukaku anche nelle partite importanti. In Champions nei big match non ha segnato e ora la vedrà dalla tv»” (in realtà Lukaku con il Barcellona all’andata non giocò e al ritorno ha segnato). E’ su tutto il resto che Lukaku vince però il confronto . Big Rom doppia il predecessore per palloni toccati durante il match e per passaggi completati (il famoso coinvolgimento). Vicine al doppio anche le occasioni create, il che spiega come il belga migliori il rendimento dei suoi partner d’attacco (il contributo del gigante all’esplosione di Lautaro non è trascurabile). Le sponde per i compagni, fondamentali per far salire e dare respiro alla squadra, sono addirittura cinque volte tanto. La verticalità e immediatezza del gioco dell’Inter di Conte si poggia molto sulla sua capacità di difendere palla e smistarla. Le zone in cui tocca la sfera sono decisamente più ampie rispetto al rivale, occupando quasi tutta la metà campo offensiva (per Mauro si concentrano intorno all’area di rigore). E poi ci sono i movimenti senza palla, i tagli, le corsie aperte: un lavoro che è difficilmente quantificabile, se non misurando quanto corrono i due contendenti. I dati confrontabili, quelli della Champions, dicono che Lukaku percorre 8,5 km a match, contro i 7,2 di Icardi: la differenza è sensibile”. E ancora “i dribbling totali riusciti in stagione: 16 l’interista, 4 il parigino”. Fin qui i numeri, ma c’è anche altro. “Il mondo dello spogliatoio, della leadership, dei rapporti coi compagni. Per quelli è complesso trovare indicatori, però è difficile anche scovare qualcuno che si possa lamentare dell’approccio e dell’inserimento del nuovo numero nove nerazzurro. E se fra i tifosi qualche nostalgico di Icardi, seppur in minoranza, resiste (i primi amori si scordano solo festeggiando trofei), all’interno del club i rimpianti restano a zero. Anzi si spera in un altro pareggio: gli 80 milioni del riscatto di Mauro coprirebbero in l’investimento per Romelu”, costato 65 milioni + 20 milioni di bonus, alcuni facili da raggiungere, alcuni problematici, che prevedono anche lo scudetto, e che l’Inter pagherebbe volentieri. Per i nostalgici di Icardi, ricordiamo che anno scorso, nel girone di ritorno, dopo il suo ritorno dall’Aventino , andò a segno solo su rigore, sbagliano quello decisivo all’ultima giornata con l’Empoli che avrebbe potuto costare la Champions, e che, approposito di gol sbagliati, nel ritorno, in casa con il Bologna, sbaglio un gol,clamoroso da pochi passi in una partita che poi l’Inter perse.