FIORAMONTI SI DIMETTE PER RISPETTO DELLA PAROLA DATA

FIORAMONTI SI DIMETTE PER RISPETTO DELLA PAROLA DATA

Onore al Ministro Fioramonti, che si dimette per rispetto della parola data, e non si presta a  spacciare la segatura per grano.D’altra parte l’esito era scontato dall’inizio, considerando la montagna dell’IVA, e quindi non si capisce il senso del tentativo: a che serve fare il Ministro per tre mesi, quando dall’inizio sai che mollerai?Il problema è che il M5S nella sua interezza è una maionese impazzita, su cui non si può fare alcun affidamento per il futuro.Starci vicino vuol dire navigare a vista, contando solo sulla paura del ritorno a casa.Può bastare? Io ho apprezzato Fioramonti come ministro, e anche come personalità politica. Per questo avrei voluto che rimanesse al suo posto. Non apprezzo invece per nulla le dimissioni, che ritengo un errore politico grave. La scuola non è stata maltrattata da questo Governo: è un dato di fatto. Non è stata sufficientemente valorizzata, ma era molto difficile farlo nel quadro finanziario che era noto a tutti mentre si formava l’esecutivo. Quindi non ci si dimette. A meno che, come dice Fioramonti, non ci si senta privi di copertura politica dal proprio partito. Il quale merita invece qualcosa di più di una critica serrata, per usare un eufemismo. Ora cosa abbiamo? Un Governo più debole, l’ennesimo fronte aperto di cui non si sentiva la necessità, una sensazione di caos che raggiunge un po’ tutti in Italia. Mi spiace, ma tutto questo è più importante del tener fede a una promessa buttata lì in un’intervista. la relazione fra debitore e creditore é in ultima istanza un rapporto di potere. Chi acquista il debito pubblico? I risparmiatori o gli investitori e, in condizioni normali, in ultima istanza la Banca Centrale. I risparmiatori cercano le migliori condizioni per il loro denaro e nell’attuale conformazione del mercato finanziario non sembrano disposti ad andare oltre una certa quota nell’acquisto di debito pubblico. Gli investitori di taglia media, ovvero banche e assicurazioni domestici, non possono comunque andare oltre una certa quota, o almeno lo fanno con molta fatica. Rimangono quindi i grandi player globali, che di fatto fanno il prezzo, dispongono di un forte potere di ricatto e di fatto hanno finalità politiche. Per arginarne il potere è senza dubbio utile disporre di una banca centrale. Ma se questa è debole e le quote eccedenti di debito da acquistare molto elevate, esiste comunque un prezzo da pagare che può essere molto elevato, soprattutto se non siamo in presenza di un sistema chiuso. L’Italia non è, ne ha mai avuto le potenzialità per essere, un sistema chiuso. Questo in estrema sintesi, e ripetendo banalità che già conosci perfettamente. Ciò su cui non abbiamo proprio una valutazione conforme è che tu ritieni riproponibile un sistema fatto di sottoinsiemi, le cui relazioni siano mediate politicamente, come in sostanza era fino agli anni ‘70. In altre parole, ritieni la globalizzazione un sistema reversibile. Io invece ritengo che la globalizzazione corrisponda alla fase attuale del capitalismo, e che non esistano alternative interne al sistema. Ritengo infatti che il capitalismo produca la fase storica, informandone ogni aspetto sulla base delle proprie intrinseche esigenze. Ritengo quindi che l’unica alternativa sia il processo verso il socialismo, ma come movimento reale e non come ipotesi teorica. Diffido infine del socialismo in un solo paese, oggi molto più di quanto faccia guardando storicamente alla fase che lo produsse.