A PISA LE MEMORIE, CONTRO LE MAFIE, SONO ROTTAMI

A PISA LE MEMORIE, CONTRO LE MAFIE, SONO ROTTAMI

IL Comune di Pisa senza colpo ferire ha voluto togliere di mezzo quel simbolo di lotta contro la mafia. L’amministrazione della città nel pieno della consapevolezza ha tolto da una delle piazze della città una edicola che da tempo rappresentava la memoria, il monito alla pervasività delle mafie nella famosa località toscana. Lo ha fatto di nascosto da quanti si impegnano sul territorio a tener viva la Memoria per quanto accade nelle nostre città, spesso, sotto una coltre insopportabile di silenzio. Lo ha fatto nel pieno delle festività natalizie, a ridosso del nuovo anno.Lo ha fatto di notte, agendo contro quella vecchia edicola che evidentemente disturbava troppi sonni. Il Comune di Pisa, malgrado le promesse fatte, a Libera ma non solo, allo stesso don Luigi Ciotti che più volte si era recato nella città Toscana per evidenziare l’importanza simbolica di quel bene sequestrato alla mafia, ha agito senza proferire parola.Libera che non gestisce direttamente i beni che vengono confiscati alle Mafie si è sempre fatta parte attiva perché i luoghi di Memoria abbiano la destinazione più utile alla comunità. Lo aveva fatto ripetutamente, come sempre in modo disinteressato e finalizzato al bene comune e nel rispetto dei principi che sono nel suo essere.Ed oggi c’è un forte rammarico in città ed è proprio un comunicato del Presidio Libera “Giancarlo Siani” di Pisa diffuso in queste ore ad evidenziarlo: “Tante cose sono state dette sull’edicola in queste ore. Tante persone si sono mosse per esprimerci solidarietà o per inviarci informazioni e testimonianze sull’edicola. Le uniche risposte che ancora tardano ad arrivare sono quelle ufficiali, che, vi assicuriamo, non ci fermeremo certo nel pretendere”.È evidente che non basta il fatto che non si trova nessuno disposto ad una spiegazione logica, non è sufficiente tenere di conto che ci sono ancora tanti in ferie ma soprattutto non basta sapere che quell’edicola era una spina nel fianco ad una amministrazione che non si era mostrata per niente contenta di sapere che la mafie era stata nel cuore della città in modo così evidente.Come non basta sapere che quell’edicola con ben scritto sopra che si trattava di un bene sequestrato alla mafia fosse un qualche cosa da rottamare.È lo stesso comunicato di Libera Pisa a raccontare la vicenda:“Nel 2013, grazie all’ indagine della Dia di Messina viene arrestato Orlando Giordano Galati, esponente del clan dei tortoriciani. Verrà condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione con confisca di beni per 400.000 euro, tra cui figura un’azienda di rivendita di giornali e periodici che comprendeva nel patrimonio anche l’Edicola in Borgo Stretto.Dopo la confisca in primo grado il bene, in maniera del tutto innovativa, viene affidato prima ancora della confisca definitiva alla cooperativa AXIS, che continua la rivendita di giornali attraverso un progetto sociale di nome “I Saperi della Legalità” che include fra i lavoratori personale iscritto nelle categorie protette e decide di gestirla adottando alcune scelte commerciali etiche come la mancata vendita di materiale pornografico, inneggiante al fascismo o di gratta e vinci”.Libera è ben consapevole della permeabilità alla mafia del territorio, ad evidenziarlo il fatto che nella provincia della città ci sono oltre cinquanta beni sequestratati alle mafie.Quella semplice edicola può diventare luogo visibile e ben presente negli occhi di pisani e turisti.È la piena realizzazione di un progetto di legalista e valori su un bene che arriva dal male.Succede così che dal 2016 l’edicola entra definitivamente sotto la gestione dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati.Viene confermato la destinazione in affitto alla cooperativa.È un periodo nel quale l’edicola prosegue l’attività economica di rivendita di giornali ma è anche luogo di memoria, è luogo d’incontro e punto di riferimento per quanti hanno a cuore le legalità.È luogo di visita per le scuole, arrivano personalità di spicco e associazioni impegnate nella difesa e nella custodia dei valori e dei beni comuni.Arrivano però le crisi e le difficoltà economiche.Come ricorda il Presidio di Libera:“ Il 1 marzo 2018 la cooperativa AXIS dichiara il progetto dell’edicola non più economicamente sostenibile e l’edicola chiude i battenti, tornando in gestione all’Agenzia Nazionale”.Ma non è una resa perché Libera continua imperterrita a voler dare vita a quel luogo:“ Il 21 marzo si tiene a Pisa la Giornata Regionale di Libera in ricordo delle vittime delle Mafie, dove già vengono presentate le prime proposte di riutilizzo sociale, che riguardano ad esempio l’impiego dell’immobile come sede di una web radio, con uno spazio per una biblioteca condivisa e un totem digitale che possa trasmettere informazioni sulle infiltrazioni mafiose nel territorio”.Ci avviciniamo ai nostri giorni, Pisa: “ In vista delle elezioni amministrative di giugno 2018, il Presidio Libera di Pisa fa firmare a tutti i candidati a sindaco una Carta di Impegno e Corresponsabilità che proponeva 4 punti di impegno, fra cui il contrasto all’illegalità; l’allora candidato sindaco Conti si era apparentemente mostrato interessato alla questione edicola e ad un suo riutilizzo sociale, avanzando proposte sulle quali intavolare un dialogo”.Trascorre un anno ed arriviamo, seguendo il racconto di Libera Pisa, al maggio del 2019:“Il presidio Libera di Pisa organizza tre settimane dedicate all’edicola e destinate a coinvolgere le scuole, le associazioni territoriali e le autorità e continuare a far vivere questo simbolo così importante. Bambini e ragazzi di molte scuole pisane elaborano per l’occasione disegni, lettere e proposte di riutilizzo e le affiggono sull’edicola”. Sono giorni di grandi presenze, arriverà anche il presidente di Libera: “ In occasione del conferimento della laurea honoris causa arriva a Pisa lo stesso Don Luigi Ciotti, che si esprime personalmente sulla necessità di impegnarsi per creare un progetto condiviso. Il Sindaco di Pisa Conti si impegna pubblicamente a creare un tavolo per discuterne la destinazione con le associazioni del coordinamento provinciale di Libera. Aderiscono al progetto anche il Magnifico Rettore Paolo Mancarella (il cui appello accorato per il riutilizzo dell’Edicola è presente fra i video della nostra pagina) e la Rettrice della Scuola Normale Superiore Sant’Anna Sabina Nuti”.Le soluzioni potevano esserci e sembravano a portata di mano:“Molte erano state le proposte avanzate, da tutte le parti: il chiosco poteva essere spostato e ricreato secondo l’ordinanza comunale sul decoro urbano nella adiacente piazza Garibaldi, realizzandovi uno spazio condiviso dalle associazioni e dal Comune che potesse essere utilizzato come ufficio del turismo, spazio di riunione, oltre che possibilmente come sede di eventi aperti alla popolazione o bookshop delle Università pisane. Questi erano gli ultimi piani, queste le ultime parole scambiate con l’amministrazione comunale”.Adesso una improvvisa ed inopportuna azione ha dimostrato quanto possono valere le parole, le promesse:“Libera non ha mai direttamente gestito l’edicola, ma ha sempre lottato affinché questo bene potesse svolgere a pieno la sua funzione più basilare e naturale: essere un monito che ci potesse ricordare come, anche in Toscana, anche a Pisa, la mafia esiste e lascia dietro di sé tracce, persino che “ostruiscono il passaggio” in pieno centro. La rimozione di questo simbolo, dal significato che credevamo condivisibile e sapevamo apparentemente condiviso da tutti, lascia un grande vuoto, non solo fisico, che ci rammarica e che al tempo stesso ci da’ la forza di pretendere risposte e assunzione di responsabilità da parte di chi ha preso questa decisione silenziosa e dolorosa, nonché, a nostro avviso, sospetta ed inquietante”.Fra i commenti arrivati uno desta preoccupazione e sconcerto. È quello comparso sulla stampa locale ed è a firma di un deputato della Lega, Edoardo Ziello: “Non c’è bisogno di tenere una carcassa di ferro degradata che ostruisce il passaggio in una delle assi pedonali principali della città per testimoniare la lotta alla mafia. Serve l’antimafia dei fatti e non delle chiacchiere sterili a vuoto”.Ben poco c’è da rispondere a queste affermazioni, le sue parole raccontano tutto.