CON L’UCCISIONE DI SULEIMANI TRUMP SPOSTA FUORI CASA L’ATTENZIONE DELL’IMPEACHMENT
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato e fatto eseguire l’uccisione del generale iraniano Suleimani. Un uomo chiave nell’apparato della Repubblica islamica dai tempi della rivoluzione di Khomeyni, che negli ultimi anni si era fatto valere anche nella lotta internazionale all’Isis. Suleimani era una figura complessa, certamente vicino al regime di Teheran, un signore della guerra, ma anche un argine all’estremismo nella cosiddetta mezzaluna sciita. Si ha l’impressione che alla Casa Bianca oggi abbia vinto il partito dei falchi, forse utile a Trump per spostare l’attenzione fuori casa nella difficile congiuntura dell’impeachment. Questo grave precipitare degli eventi però ci getta nello sconforto come cittadini e come popolo di pace, per le conseguenze enormi che potrebbe avere in tutto il medioriente e il mediterraneo. Ora bisogna sforzarsi con ogni mezzo per scongiurare che questo caos possa portare altre guerre e attentanti a catena. L’Italia per quel che le compete faccia valere il suo storico ruolo di mediazione e dialogo, facendo pressioni sugli altri paesi europei e atlantici, perché al posto delle armi e del sangue torni protagonista la diplomazia per un futuro di pace e solidarietà tra i popoli.
