SULLA POLITICA ESTERA E SUL RUOLO DELL’ITALIA

SULLA POLITICA ESTERA E SUL RUOLO DELL’ITALIA

Oggi, mentre alle porte di casa nostra si intensificano i conflitti e la guerra, su Huffington’ e su ‘Internazionale’ si fanno analisi interessanti sulla politica estera e sul ruolo dell’Italia. Ciò che sta avvenendo in Medio Oriente e in Libia riguarda direttamente la nostra vita, il nostro benessere e la stessa pace. Essere indifferenti sostenendo, come dice Salvini, che “ci si deve occupare di casa nostra” è miope, falso e anche poco previdente. Colpisce il fatto che finora nessun politico italiano sia in grado di fornire una analisi adeguata di quello che sta accadendo e una visione di medio periodo per le proposte e le iniziative del nostro Paese.A parte Massimo D’Alema, con una bella intervista su Repubblica di ieri, che si può trovare sulla pagina Facebook di nuovAtlantide, di cui vi consiglio la lettura. Ma ecco cosa dicono ‘Huffington’ e ‘Internazionale’. Lucia Annunziata, in un articolo dal titolo ‘Cercasi ministro degli Esteri a tempo pieno’, scrive su ‘Huffington’:“Il segretario di Stato Mike Pompeo, poche ore dopo l’assassinio del generale Qassam Soleimani, ha parlato, per spiegare le ragioni americane, con i ministri degli Esteri di diversi paesi alleati, europei inclusi. Ma ha escluso l’Italia. Un’omissione che nelle drammatiche circostanze di queste ore appare come una scelta gravissima, qualcosa che somiglia a un incidente politico. O no?”Il fatto, sottolinea Annunziata, è particolarmente grave, non solo perché l’Italia è un paese alleato ma anche perché l’Italia è presente militarmente e in modo massiccio in Iraq, in Afganistan, in Libano e ha diffuso interessi economici in tutta la zona. Oltre ad ospitare importanti basi militare degli USA. “È inutile girarci intorno – conclude-. Il capo politico dei 5 stelle non è preparato per la Farnesina che, del resto, come ben si sa, è stata chiesta per lui dal Movimento 5 stelle per “rafforzare” il suo ruolo politico. La politica estera è una specializzazione e Di Maio non ha avuto né il tempo, né forse la vocazione, per specializzarsi.” Su ‘Internazionale’ Annalisa Camilli si interroga sulla vera posta in gioco nell’intervento turco in Libia, dove, per ora, il fallimento della nostra politica è evidente. “Gli americani sono fuori dalla Libia -scrive Camilli intervistando Francesco Strazzari, docente il relazioni internazionali alla Scuola Sant’Anna di Pisa- ma anche dal Sahel e da tutta l’Africa. Il loro mandato strategico è solo quello di contenere la Cina e la Russia al livello globale, ma si stanno ritirando da tutti i fronti africani. Questo ha aperto uno spazio che ha permesso alla Russia e alla Turchia di definirsi come nuovi protagonisti e di rivendicarlo pubblicamente”, continua Strazzari… l’Italia è come se avesse scommesso sulla sua capacità di venire a patti con chiunque vinca. Ma quando intervengono i turchi e i russi, la situazione diventa più critica anche per gli italiani.” “Il vero interlocutore di Erdoğan è Putin, atteso in Turchia l’8 gennaio per l’inaugurazione del TurkStream, il nuovo gasdotto russoturco. Sarà in quell’occasione che i due presidenti parleranno della Libia, cercando di negoziare una soluzione su modello di quella individuata durante il processo di Astana nel 2017 per il conflitto”. Lasciamo tirare le conclusioni a Lucia Annunziata:“In tempi che ogni giorno diventano sempre più complicati e difficili, con altre guerre all’orizzonte, ci possiamo permettere di tenere alla Farnesina un uomo che non è tagliato, né formato, per quell’incarico, e soprattutto che non lo esercita a tempo pieno? La risposta la conosciamo: nessun ministro si può toccare in questo Governo, meno di tutti Di Maio, pena una crisi interna.Ma speriamo che nel suo cuore il Governo sappia la verità: che mettere le ragioni interne di un Governo davanti alla responsabilità di come viene condotta la Farnesina in epoca di scontri internazionali costituisce un grave errore politico.”