PIÙ CHE CONTE COME LEADER, ALLA SINISTRA SERVE PROGRAMMA DI CAMBIAMENTO DEL PAESE

Posso sbagliarmi, ma la crisi che colpisce il M5stelle dimostra innanzitutto il fallimento dell’idea che si possa mettere tutto e il suo contrario nel nulla di una proposta “oltre la destra e oltre la sinistra”.Questo tentativo ‘grillino’ di costruire una politica che superasse le categorie del secolo scorso si è infranto in poco tempo.Il disastroso risultato elettorale alle Europee e pure le previsioni del voto in Emilia, dove il M5stelle è dato sotto il 10 per cento, sono il segno di una ristrutturazione del sistema politico che tornerà a dividersi tra destra e sinistra.Se poi, la legge elettorale sarà, come sembra, di tipo proporzionale, il processo di ridefinizione della politica in tal senso subirà un’ ulteriore accelerazione, perché i partiti saranno costretti a darsi una identità, un programma, a fare scelte forti per caratterizzarsi, a individuare i propri referenti sociali e le eventuali alleanze politiche.Se tutto questo è vero, per il PD definire un profilo politico e culturale chiaramente di sinistra diventa una necessità improcrastinabile.Il rischio che adesso sta correndo il PD è quello di schiacciarsi troppo sul governo a guida Conte che, se esprime una linea di tenuta del Paese, è ben lontano dall’entusiasmare per la sua carica di trasformazione e capacità di realizzare nei fatti quella svolta di cui il Paese ha bisogno.In altre parole, starei molto attento ad esaltare Conte come riferimento per la sinistra, perché i tempi mutano rapidamente e spazzano via ogni leadership e il populismo, ancorché gentile come dice di sé oggi Conte, e il trasformismo non sono certo le categorie più congeniali alla sinistra.La sinistra deve uscire dalla sua identità ancora indecisa e opaca individuando pochi e chiari messaggi di cambiamento su cui mobilitarsi per dare battaglia in vista delle prossime elezioni che, a quanto pare, saranno con una legge elettorale proporzionale.