“TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO”: 60 ANNI DI MAGIA ALLA RADIO

Scusa Ameri, ma Il calcio alla radio? Oggi è roba per pochi. Non vedenti, solitari e pendolari. Una volta non c’era Sky e se volevi ascoltare le partite non c’era che “Tutto il calcio minuto per minuto”. La mia generazione ci è cresciuta e, francamente, è stato bello.Era una domenica di 60 anni fa quando la trasmissione fece il suo esordio. Guglielmo Moretti aveva scippato l’idea ai francesi, che mandavano in onda “Musique et sports”, dedicata però al rugby.C’erano le Olimpiadi di Roma in arrivo e bisognava sperimentare le radiocronache in contemporanea. Così, il 10 gennaio 1960, si partì da Milano. Roberto Bortoluzzi alla conduzione, tre campi collegati: Milano per Milan-Juventus (al microfono Nicolò Carosio), Bologna per Bologna-Napoli (Ameri). Alessandria per Alessandria-Padova (Andrea Boscione).Poi i campi diventarono quattro e, dopo il passaggio di grandi come Martellini, Beppe Viola e Italo Moretti, la formazione tipo restò fissa per anni. Ad Ameri il campo principale, a seguire Sandro Ciotti, Claudio Ferretti ed Alfredo Provenzali. Con Ezio Luzzi per la b.E fu sogno, poesia, speranza, tifo. Era un calcio autarchico (le frontiere erano state chiuse all’indomani del mondiale inglese del ’66).Ma l’Italia, alle 15,30, si fermava per ascoltare i secondi tempi delle partite. Solo i secondi fino al 1987. Per i primi tempi ci si arrangiava.Il dualismo Ameri-Ciotti andò avanti per oltre 20 anni. Il primo, maestro elementare, aveva un ritmo serrato, marziale, alla Carosio. Ciotti, raffinato e di grande cultura, era più sincopato ma da lui si apprendevano perle di saggezza e caustiche battute come quella nel commento finale ad un Lazio-Milan degli anni ’70, quando i biancocelesti vinsero 2-1 ma al Milan venne negato il gol del pareggio (autore Luciano Chiarugi) per un fuorigioco inesistente. Chiosa di Ciotti: “Ha arbitrato Lo Bello di fronte ad 80mila testimoni”.Ferretti non era bravo come suo padre Mario (“un uomo solo al comando”), ma si difendeva. Provenzali ogni tanto si inceppava. E Luzzi… fantastico incursore. Una volta, da Palermo, piombò urlando su Ameri che stava su Juve-Roma, match scudetto. “Attenzione Ameri scusa! Sono Luzzi da Palermo (Ameri: “non se n’era accorto nessuno”), il Palermo è passato in vantaggio con un tiro che è stato effettuato dalla sinistra…” e non sapeva chi avesse segnato. Poi qualcuno glielo disse e cedette la linea. Commento di Ameri: “E dopo questo folkloristico intervento di Ezio Luzzi riprendiamo la cronaca dal Comunale di Torino”.Era troppo bello ascoltare, sognare e tenere d’occhio la schedina del Totocalcio, altro gioco in via d’estinzione. Bortoluzzi placava gli animi e la trasmissione scorreva che era un piacere. Era la nostra domenica in attesa delle 18, quando la banda di “Novantesimo minuto mandava in onda i gol in tv.Dal 1987, quando Bortoluzzi andò in pensione, la conduzione passò a Massimo De Luca, poi ad Alfredo Provenzali e infine, a tutt’oggi, a Filippo Corsini con una nuova infornata di radiocronisti. Da Cucchi a Gentili, a Delfino a Scaramuzzino e tanti altri.A metà degli anni Novanta, con l’avvento di Telepiù prima di Stream e di Sky, Tutto il calcio perse la polverina magica e milioni di ascoltatori.Tutti a guardare, a casa, dagli amici, al bar, su un sito cinese. La magia della radio è scomparsa (o quasi), poco a poco. E oggi, se chiedi a un millennial cose fosse Tutto il calcio, la risposta più garbata sarebbe boh.Peggio per loro. Non sanno, non possono sapere cosa fosse la magia della radio. E da lassù, Ameri, Ciotti e Provenzali continuano le radiocronache sulle partite del paradiso. Non è escluso che non si sopportino ancora. Ma le loro radiocronache non le cambierei con nessuna telecronaca di oggi, una più urlata dell’altra. Scusa Ameri, si può tornare indietro? No eh? Peccato