COME SIAMO MESSI, IN SINTESI
La sintesi di come siamo messi m’è stata impietosamente servita stamattina quando, passando per dei servizi con alcuni compagni davanti al Liceo Umberto, zona ricca di Napoli, ho sentito da lontano un megafono, visto lampeggiare uno striscione e ho accelerato il passo mentre già mi si scaldava il cuore pensando a ragazzi che organizzavano una protesta per l’ambiente, per l’edilizia scolastica, per quello che gli pare santo dio ma protestassero, e mi sono trovato davanti quattro signori malmessi che aprivano lo striscione GESU’ TI AMA e un predicatore che con pesante accento napoletano gracchiava l’Apocalisse nell’indifferenza generale. e mentre anche io invocavo l’Apocalisse – diviso tra un sentimento di odio per l’oscurantismo delle sette che si mettono a indottrinare i bisognosi e un po’ di umana comprensione per dei poveri dii che cercano un riscatto al nulla imperante -, un gruppetto di ragazzi di 15-16 anni, che avevano passato la giornata intorno alle loro macchinine 50 comprate da papà a 8.000 euro cadauna, alzano a palla la loro musica di merda per cancellare la voce del predicatore e farlo desistere, nell’ilarità generale dei ragazzini appena usciti da scuola che guardavano questi beoti tutti agghindati come i loro veri idoli. e noi attoniti in mezzo, fra la barbarie dei culti e la barbarie dei soldi. senza poterci avvicinare a dei fratelli che hanno scelto di farsi invasati, senza poter ridere della sacrosanta iconoclastia dei ragazzi, perché è solo un assaggio della prevaricazione e del vuoto che ci imporranno da grandi. siamo tornati ai nostri servizi, non prima di aver preso una pizzetta lì vicino. è la più buona di Napoli, dicono.
