SALLUSTI E IL TENTATIVO (MAL RIUSCITO), DI METTERE IN IMBARAZZO BONACCINI

SALLUSTI E IL TENTATIVO (MAL RIUSCITO), DI METTERE IN IMBARAZZO BONACCINI

La7. Ci sono Sallusti e Bonaccini. Il primo è lì con un obiettivo preciso: mettere in difficoltà Bonaccini. Perché siamo vicini alle elezioni e Borgonzoni fa gaffe una volta al giorno. Bisogna dare una mano. Allora, con finta calma, guarda Bonaccini e parte all’attacco: “Lei accusa Salvini di aver sostituito la sua candidata in Emilia-Romagna. Ma lei si vergogna del suo partito ed ha tolto i simboli ed i colori dai manifesti. Non pensa sia quindi peggio rinnegare i partiti?” Bonaccini rimane impassibile. Non lo interrompe. Aspetta che finisca e poi, qui con vera calma, lo guarda e gli fa: “Vede, nel simbolo del Partito Democratico c’è il nome Bonaccini. Nelle liste di sinistra che mi appoggiano c’è scritto Bonaccini. Nel simbolo della Lega c’è scritto Salvini. Non Borgonzoni. Nella lista Fratelli d’Italia c’è scritto Meloni. Non Borgonzoni. A lei risulta che Salvini e Meloni si candidino a governare l’Emilia-Romagna?” Un attimo di silenzio in studio. Poi partono gli applausi. Sallusti bofonchia, tenta di rimanere calmo. Poi prova a insistere. Ma in realtà è tutto finito lì. Il tentativo di mettere in imbarazzo Bonaccini, sì. Ma, soprattutto, quello di mettere in in buona luce Borgonzoni. Che anche se non è in studio esce di nuovo dallo scontro come sempre: in imbarazzo.