IL PROPORZIONALE HA BISOGNO DI UN PD NUOVO BASATO SULLA TUTELA DEI LAVORATORI

La sentenza della Corte Costituzionale che blocca il referendum a favore del maggioritario, che avrebbe voluto Salvini -il capitano che chiede pieni poteri e che ora grida al “furto di democrazia”-, consente al Parlamento di essere libero di fare una buona legge elettorale proporzionale e, di fatto, dà un contributo alla durata della maggioranza giallo-rossa. Il ritorno al proporzionale, anche con una soglia al 5 per cento, avrà molte conseguenze sull’assetto politico del nostro Paese; a cominciare dal tramonto di una politica tutta basata sul leaderismo e sui partiti personali nelle mani di un capo.Difficile quindi pensare ad un proporzionale che non abbia bisogno di partiti strutturati, organizzati sul territorio e con un profilo politico e culturale, con una identità e un insediamento sociale di riferimento. Il congresso del PD si preannuncia perciò davvero interessante. Uno dei temi certamente dominanti sarà quello del lavoro.Il ministro Provenzano ieri in un’intervista alla Stampa si è detto favorevole ad un nuovo Statuto dei lavoratori che riveda tutta la disciplina del lavoro.Tanto è bastato perché venisse accusato di essere “ideologico”.Io penso che uno dei passaggi necessari per costruire il nuovo PD, che non può non avere come riferimento sociale fondamentale i lavoratori, sia proprio la rivalutazione del lavoro, l’affermazione di nuovi diritti e tutele per i lavoratori, la riduzione della precarietà e lo stop ai licenziamenti illegittimi.Ciò significa rivedere tutta la legislazione che ha esteso le forme contrattuali precarie dalla legge Treu fino ai decreti Gentiloni e il cosiddetto decreto “dignità” di Di Maio, compreso ovviamente il jobs act.Questo non per tornare indietro ma per guardare al futuro del mondo del lavoro.