SERIE A: INTER STOPPATA A LECCE. LA JUVE PUÒ ANDARE A +4

SERIE A: INTER STOPPATA A LECCE. LA JUVE PUÒ ANDARE A +4

Gol del giovane difensore Bastoni, distrazione collettiva della difesa nerazzurra e pareggio di Mancosu, dopo sei minuti, ad un Lecce attentissimo e realista riesce l’impresa. Ci sono partite che nascono scontate: uno fra i migliori attacchi, la miglior difesa, contro la peggior difesa, chi ha sempre vinto fuori casa e contro chi non ha mai vinto, insomma il risultato dovrebbe essere certo, ma il calcio non è una scienza esatta e certe partite nascondono sempre una trappola e l’Inter ha avuto il demerito di cascarci. Il demerito aumenta se poi si pensa che alla fine il risultato l’Inter lo sblocca, con il primo gol che arriva dalla panchina di Alessandro Bastoni, al suo primo gol in neroazzurro, e invece i neroazzurri si fanno rimontare, un errore grave, non da grande squadra. L’Inter paga una giornata opaca dei suoi attaccanti, quasi mai pericolosi, e il Lecce, a cui era riuscita l’impresa di strappare un punto alla Juve, restituisce il favore e porta a casa un punto prezioso, ma anche meritato. Secondo pareggio consecutivo per l’Inter, secondo brutto pensiero per Conte.Ma se quello con l’Atalanta può essere considerato guadagnato, a Lecce l’Inter ha buttato via un vantaggio (Bastoni al 27′ del secondo tempo) con una distrazione difensiva collettiva (Mancosu al 32′).Un’Inter poco brillante, poco fluida nel gioco offensivo, al di sotto dello standard stagionale che le aveva fatto raccogliere consensi unanimi. La piccola-media rivoluzione di gennaio non ha ancora preso forma.Conte lascia a Milano Young e va avanti con quella che era la formazione-base di inizio stagione. I segni di stanchezza sono ancora molto evidenti, come quelli emersi durante il faticoso pareggio interno con l’Atalanta. Gli uomini di Conte esercitano un predominio territoriale costante, si fanno anche vedere dalle parti di Gabriel con alcune combinazioni che presuppongono un lavoro attento durante la settimana.Manca quella scintilla in più, manca la capacità di sferrare il diretto al volto, limite che rende equilibratissimo il primo tempo e che addirittura fa rientrare in spogliatoio il Lecce con qualche rammarico.Due gli episodi in particolare: una ripartenza magistrale al 7′ concluso da un’estirada da dimenticare di Mancosu, ma soprattutto un rigore concesso da Giacomelli poi tolto dal Var per un presunto fallo di mano di Sensi in ripiegamento. ( in realtà Giacomelli aveva visto male, come, forse, aveva visto male nel gol annullato a Lukaku, il fallo sul portiere non c’era, e anche con il fallo di Donati su Barella, il giallo, poteva essere rosso, ma, richiamato dal Var, ha confermato la sua scelta). Il Lecce sembra avere una particolare predilezione per le gare contro le prime in classifica, forse per le caratteristiche di alcuni suoi giocatori, disposti a un sacrificio costante e prezioso. Lapadula e Babacar consumano litri di fiato sulle tracce dei tre difensori centrali da dietro, si oppongono podisticamente all’impostazione bassa di Skriniar, De Vrij e Godin, portano la croce più che cantare. La qualità dei secondi in classifica fatica a emergere, intrappolata dall’abnegazione dei giallorossi. C’è anche qualche eccesso, come il fallo di Donati che gela il sangue di Barella oltre che farlo urlare di dolore. Ma per tutto il primo tempo il prodotto lordo interista è un palo di Brozovic con una conclusione dalla distanza. Lo si sa, senza grandi spazi, l’Inter fatica. Le ripartenze, senza spazio non funzionano.Per vincere queste gare, serve il colpo del fuoriclasse, ma l’Inter, e piena di buoni giocatori, ma di fuoriclasse ancora no. Non sembra esserci modo di dare brusche sterzate.Mentre tutti si aspettano qualche mossa audace da parte di Conte per dare il pizzico di spregiudicatezza necessario, succede qualcosa che modifica gli equilibri nella maniera che nessuno si aspetta. Esce Godin, entra Bastoni al suo posto e succede che finalmente Biraghi azzecca un cross con il tempo giusto e la forza necessaria. Ci arriva Baston i prima di tutti ed è questo straordinario gesto atletico il grimaldello che va a scassinare una saracinesca. Un vantaggio magari non particolarmente meritato, ma da capitalizzare al massimo visti i tempi di vacche magre. Almeno questo sarebbe l’intento dell’allenatore interista, intento immediatamente sconfessato dal Lecce e da una distrazione collettiva della sua difesa, schierata bene soilo teoricamente, immobile nell’osservare Mancosu in mezzo a tre per il gol dell’1-1. L’Inter di oggi non ha probabilmente lo sprint e la brillantezza per dare due svolte alla stessa partita.Quella prodezza di Bastoni andrebbe presa e messa da parte come una reliquia.Invece succede quello che Conte non vorrebbe mai vedere da una suq squadra, un vantaggio buttato via per una dormita.Inevitabile la sfuriata dell’allenatore con i suoi. Stavolta meritata, ma con questo ritmo sarà difficile stare attaccati alla Juventus.