C’ERA UNA VOLTA A ROMA LA LIBRERIA MARALDI

C’ERA UNA VOLTA A ROMA LA LIBRERIA MARALDI

Qui a Roma c’era una volta la libreria Maraldi (spero che molti se la ricordino, a piazza Risorgimento, davanti ai Bastioni di Michelangelo. Accanto c’era ancheun liutaio, fantastico). La libreria Maraldi era un’istituzione. Si potevano comprare i libri di scuola di seconda mano. Quando ero alle medie ci andavo con mia madre all’inizio di stagione, era un rito, e poi, alle superiori, da sola. Credo di non aver mai avuto un libro di scuola nuovissimo, intonso, in vita mia, ma sono andati tutti bene per studiare. L’importante era quello che c’era scritto. E per me ogni riga è stata importante. Alcuni li ho ancora. Le copertine consumate, un po’ stracciate, con ancora pezzetti di vecchio scotch per tenerle insieme. Erano libri consumati dai pensieri, dalla voglia di sapere. E, se devo dire, trovare quei segni di precedenti appartenenze, nei libri di seconda mano, quelle presenze di qualcun altro che ci aveva studiato, che aveva lasciato una parola, una sottolineatura, una volta trovai persino un santino, mi piaceva, ci fantasticavo sopra, chi saranno, questi altri bambini, ragazzi che hanno chinato il capo su queste pagine. Quali pomeriggi sono stati i loro, che case avevano, come si chiamavano, chissà se li ho mai incontrati, per caso, chissà. La libreria era grandissima, o almeno mi sembrava allora, con svariate stanze e corridoi pieni di libri, e cercare il proprio era un’avventura. Mi sentivo Livingstone a esplorare l’Africa (“Dr. Livingstone, I presume”, quanto adoravo l’incontro con Stanley) . All’inizio delle scuole dentro c’erano folle di mamme, bambini, ragazzi, tutti a cercare libri, a sfogliare, a scegliere la copia meno “usata”, in miglior stato. Da Maraldi capivi che iniziava un altro vero anno della tua vita, un anno di formazione, un anno verso l’età adulta. Come moltissime altre librerie a Roma e in Italia, Maraldi ha chiuso, già diversi anni fa. Passare davanti a quelle serrande abbassate per me nel tempo è stato un moto di malinconia, ogni volta. Oggi ho letto che la vecchia libreria Maraldi diventerà il primo Starbucks romano. Tutto cambia, tutto passa. In meglio, in peggio, non so. Ma la vita è anche questo, qualcosa che spunta di nuovo, in altre forme. Almeno quelle serrande si alzeranno ancora, stavolta al profumo di caffè. E magari ci sarà un angolino, nel locale, con qualche libro da sfogliare, bevendo un espresso, chissà. E quei ragazzini, ragazzi di ieri, si affacceranno alle vetrine con un sorriso ai ragazzi di oggi, nella speranza che possano avere anche loro tanto da ricordare, tanto da amare.