IL SOLITO BERLUSCONI CHIUDE LA CAMPAGNA ELETTORALE IN CALABRIA

Alto il sole ad accogliere il gran capo. Giunge a Tropea a benedire la sua pupilla Jole Santelli candidata a governatore per il centro destra della Regione Calabria. Alla sua sinistra. Davanti a lui un centinaio di supporter neppure tanti e forse neppure quelli dei tempi migliori trasmigrati in questo inverno Calabro nelle fila della Lega. Il solito sorriso da istrione compiaciuto che il tempo ha trasformano quasi in un ghigno, una caricatura, una perenne smorfia da barzelletta dipendente. Ed esordisce con una specie di barzelletta, nostro malgrado, e forse suo malgrado, divenuta in questi minuti virale. :- La conosco da 26 anni e non me l’ha mai data!-Una risata a sottolineare la goliardica battuta. Ne sentivamo proprio la mancanza di una sottolineatura maschilista in questa campagna elettorale. Ridono tutti. I suoi accompagnatori sul palco. Gli astanti. Lei , la Jole Santelli che l’immaginario collettivo consacra Santa perché non ha ceduto a Belfagor lo sciupafemmine. E sta quasi simpatica, con quel riso nervoso a metà strada fra l’imbarazzato e forse l’arrabbiato. Ridono uomini e donne. Ride lei. Ridiamo tutti dinanzi ai contenuti di una campagna elettorale che per essere viva a destra deve parlare di Prima gli Italiani, prima i Calabresi, delle donne o messaline o sante. Stereotipi. File di una algoritmica bestia in cui ordinare e catalogare. Applausi, cellulari a riprendere l’esilarante video. Fra un mese Sanremo con colei che cammina un passo indietro, con colui che canta l’amore malato femminicida. E oggi la realtà di Berlusconi che supera la fantasia di Cetto Laqualunque. Un filo conduttore: la femmina che è e resta solo tale. Dal mio probabile Governatore donna mi sarei aspettata moti di stizza e rivoluzioni, non acquiescenza al patriarcale ovvio e becero maschilismo. Il Riso amaro non paga più.