FIORENTINA E GENOA FANNO 0-0 E MUOVONO (POCO) LA CLASSIFICA

Si ferma la corsa (vabbè, troppo ottimismo, diciamo il trotto) della Fiorentina che non riesce ad andare al di là di uno 0-0 con il Genoa, fanalino di coda della classifica è vero, ma sicuramente squadra migliore di quello che dicono i punti realizzati. E a ben guardare il pareggio sta persino un po’ largo alla squadra viola, che al termine di una partita abbastanza strana, e non giocata malissimo, deve inviare un “grazie” formato famiglia al suo portiere Dragowsky che ha salvato la baracca in più di una occasione. Le ultime due sfide tra Fiorentina e Genoa erano state inguardabili: la prima in assoluto, trattandosi della famosa “non competitiva” dell’ultima giornata dello scorso campionato (partita quasi virtuale, passata con l’orecchio alla radiolina per sentire cosa faceva di bello l’Empoli a Milano…), l’altra invece solo per la squadra viola che, reduce dalla bellissima e sfortunata prima giornata di campionato con il Napoli arrivò a Genova convinta di fare una bella passeggiata sul lungomare ed invece si schiantò contro un platano. Una delle poche soddisfazioni del campionato rossoblu peraltro, mentre per la Fiorentina quella sconfitta segnò l’inizio del calvario “montelliano” da cui la squadra sembra realmente uscita solo da un paio di settimane. E se non proprio ancora sul piano dei risultati come si diceva (buoni sì, ma non super) sicuramente nel cambio di attitudine, basta vedere l’inizio gara di stasera: tarantolata la squadra di Iachini nei primi quindici minuti. Occasioni nitide forse no, se si eccettua un colpo di testa di Milenkovic su calcio d’angolo con Perin che però sembrava in grado di intervenire nel caso la palla fosse stata nello specchio, però una pressione costante portando un sacco di uomini nell’area avversaria: una boccata di ossigeno per i tifosi viola abituati all’approccio morbido alle partite della gestione precedente. Una Fiorentina disegnata sempre nello stesso modo dal neo mister viola: 3-5-2 con Benassi però quasi costantemente sulla stessa linea della coppia d’attacco Chiesa-Cutrone. Il problema è che se poi non concretizzi può esserci il classico granellino di sabbia che ti rovina il meccanismo. Qui in realtà si è trattato di un “granellone” di un metro e novantuno: cioè Favilli, il colosso che oggi, insieme a Pandev, guidava l’attacco genoano. Bravo a liberarsi di Pezzella, nella prima uscita oltre la metà campo della sua squadra, si faceva poi stendere in area dallo stesso capitano della Fiorentina. Il quale Pezzella nell’occasione confermava il suo momento di forma non eccezionale. E però Criscito batteva malino e Dragowsky riusciva a dire di no di piede. Da lì in poi la Fiorentina non superava del tutto lo spavento e il Genoa ne approfittava per calare il ritmo e traghettare il primo tempo verso un tranquillo pareggio. Nella ripresa si partiva con squadre e ritmo identici, poi Iachini provava a dare la scossa togliendo Cutrone (discreto e nulla più oggi) e inserendo Vlahovic. Il serbo da subito si batteva con coraggio, ma nel frattempo Castrovilli (fino a quel momento, tanto per cambiare, il “meglio fico del bigoncio” viola) accusava un malessere fisico con giramenti di testa, e quindi Iachini era costretto a sostituirlo. Ecco, girandosi verso la panchina il buon Beppe avrà pensato: “E ora?!”. Poi, forse con una furtiva lacrima che scendeva, si decideva per Eysseric: “colpo” di mercato di Corvino che, ci sentiamo di dire con una certa sicurezza, non verrà inserito nella “Hall of Fame” viola. La squadra comunque continuava a battersi con vigore e riusciva a creare anche un paio di occasioni quasi pericolose, però il cambio in fatto di geometrie e accelerazioni era quasi brutale. Tra l’altro poi nel finale, in pieno festival corviniano, entrava anche Maxi Oliveira (quello del famoso “Se non lo conoscete è un problema vostro”) quasi come un monito per gli uomini di mercato: che questi ultimi giorni non vadano sprecati, per nessun motivo! Però come si diceva, nel frattempo, un altro preso dal vecchio direttore sportivo (ne comprava tanti “Il Corvo”, molti li sbagliava miseramente, ma altri li azzeccava eccome), Dragowsky, si guadagnava ben più della pagnotta, salvando prima sul “fuoco amico” di Milenkovic e poi su Pinamonti, arrivato solo soletto in area di rigore su uno dei tanti svarioni della difesa viola di stasera. Alla fine un punticino dunque che fa morale, e anche un po’ classifica, per il Genoa e che invece toglie, almeno per il momento, l’entusiasmo della scorsa settimana alla Fiorentina. Mercoledì però arriva subito l’occasione per provare a cambiare di nuovo umore: c’è il quarto di finale di Coppa Italia a San Siro con l’Inter. Ok, impresa che appare ai limiti delle possibilità umane della squadra, però con un paio di note a favore: primo quest’anno le cose migliori la Fiorentina le fa con le prime della classe, e spesso in trasferta, e poi il famoso “non c’è niente da perdere”. Basterà? Forse no, ma se non altro sarà l’occasione di farsi una serata infrasettimanale vecchi tempi: come quando la Fiorentina giocava in Europa. Per quest’anno decisamente non è poco, e dunque sarà bene accontentarsi.