IL GIORNO DELLA MEMORIA, UN GIORNO CHE VA RICORDATO TUTTO L’ANNO
 
        Oggi è il Giorno della Memoria. Un giorno che io rispetto e porto dentro ogni istante della mia vita. Sarà perché già a undici anni e poi sempre, dopo, mi trovai a leggere “Se questo è un uomo”, “Il flagello della Svastica”, “Il diario di Anna Frank” e altri libri necessari alla consapevolezza; sarà perchè appena ho potuto, nella giovinezza, ho fatto il mio viaggio personale della memoria visitando Bergen Belsen e trattenendo come potevo le lacrime che vivevano di vita propria alla vista di quei cumuli scuri di fosse comuni dove migliaia di anime giacevano dopo sofferenze indicibili; sarà perché la storia della parola ghetto dovrebbe essere studiata fino all’ultimo orrore che racconta sulla privazione della libertà, della dignità e della vita; sarà per questi e mille altri motivi. Oggi è il Giorno della Memoria e tutti, come d’incanto in un risveglio collettivo da un letargo annuale, ne parlano. Giornali, singoli, politici, vip e meno vip. Certo, meglio che niente. Ma domani? Spariranno. Quasi tutte queste dichiarazioni oggi sembrano l’assolvimento di un compito un giorno all’anno perché si fa così e in questo modo ci si ammanta di credibilità con se stessi e con gli altri per un attimo, ma poi se ne riparla l’anno prossimo. Ventiquattro ore e poi il letargo ricomincia domattina, e l’antisemitismo, nelle fome più subdole, perverse e striscianti potrà riprendere senza particolari clamori. L’antisemitismo delle tombe scoperchiate, negazionismo, pregiudizi, scarcasmo infame. Noi siamo tutti ebrei, perché veniamo da lì. E’ ora che ce lo ricordiamo tutti, 365 giorni l’anno.
