SASSUOLO – ROMA 4-2. GIALLOROSSI SPERDUTI AL MAPEI
Bottino pieno per i neroverdi del Sassuolo, che in casa prendono letteralmente a pallonate una Roma spenta e sperduta. Della prestazione del derby non si intravede nulla, mentre il Sassuolo sembra un Ajax dei tempi d’oro. Merito agli emiliani, vitali, pimpanti, fantasiosi, demerito ai giallorossi, fondamentalmente nulli. L’inversione di marcia è di quelle clamorose, ad U in piena autostrada. Una gara molle e spenta che conplica infinitamente la lotta per il quarto posto. Mentre l’Atalanta si frega le mani, la Rona retrocede di diverse caselle, riproponendo una versione peggiore della gara con la Juve di una manciata di giorni fa. Sotto di due gol in dieci minuti, soffre ogni singola infilata in verticale. Mancini è un suo brutto doppleganger, riuscendo a sbagliare due fuorigioco letali. Ciccio Caputo ai ritrova a siglare una rapidissima ed insperata doppietta mentre la Roma ancora sta cercando di capire la giusta maniera per allacciare gli scarpini. Reazione? No, infilata, ed è tre a zero. In meno di trenta minuti. Il Sassuolo è sontuoso, elegante e zemaniano. Attacca al centro scattando in contropiede come una molla, e buca infinite volte la “linea-non linea” della Roma. Berardi lavora instancabile e sparge finezze, ma il palco è tutto di Boga. La giovane ala ivoriana fa impazzire Santon, mandandolo allo sbando completo. Drinbling, decisione e, vedremo più avanti, tiro in porta. Il ragazzino ha tutto e sembra che non solo qui in Serie A si siano accorti di lui. Se la Roma reagisce, lo fa debolmente e in ritardo. Per dieci minuti secchi nella ripresa prova a trottare, e scopre che non basta molto oer far male agli emiliani. Dzeko segna il centesimo gol nella Roma, non poteva esserci occasione più triste, e qualche minuto dopo un tocco di mano in area rega aun rigore a Veretout, che insacca. Si respira un po’ di entusiasmo, la gara sembra riaperta, si intravedono sorrisi. Dura un minuto. Boga scatta sulla sinistra, si beve (ancora una volta) Mancini e insacca a giro sul secondo palo. Quattro a due e gara definitivamente chiusa. La Roma prova il gusto dell’esotivo con Villar e Carles Perez. Il nulla. Nota a margine: Pairetto è intollerabile, dispensando gialli secondo un metro di giudizio “flessibile”. Be fa le soese Pellegrini, espulso con una severità da inquisizione spagnola. Il Sassuolo esce fra gli applausi, e certo li merita, per la continuità mostrata, la velenosità in ogni azione, la notevole qualità. Ma il compito è reso facile da una Roma impensabile, surreale. Una squadra dalla doppia faccia, dalla schizofrenica personalità, un giorno vivace ed accorta, un altro svuotata ed imbelle. Sarò diretto: credo che Fonseca abbia una sola responsabilità, che nome e cognome italiano ed oggi dormirà a Valencia. Perchè a fare meglio del confuso Santon e del redivivo Bruno Peres ci vuole in effetti poco. Na archiviato ciò, l’allenatore ha dato prova in più occasioni di prontezza tattica e freschezza mentale. Non è Klopp, va bene, è un allenatore normale per una squadra che come obbiettivo pubblico ha il quarto posto, ma basta ed avanza. È il materiale umano che latita, o meglio appare e scompare, con sconcertante fragilità. Il mercato di riparazione non ripara, l’imminente cessione societaria paralizza tutto. Nel frattempo il campionato va e la Roma perde sempre più terreno, sperduta, alla deriva.
