IO TARZAN TU CARLO
Sarà questo il momento culminante del Grand Tour delle periferie romane organizzato, a sostegno della candidatura di Calenda a sindaco di Roma, dal grande stratega della sinistra romana e nazionale al volgo Massimiliano Smeriglio (già e ancora consigliori ideologico di Zingaretti; già e ancora deputato europeo). Mancheranno all’incontro Jane e sicuramente Cita, leggi i selvaggi abitatori delle sullodate periferie. Ma ciò non toglie nulla al suo significato.Su questo illustri opinionisti si dividono tra loro; salvo a contrapporsi nettamente ai cinici del “mò me lo segno”.Tra i primi c’è chi pone l’accento sull’incontro tra riformismo e movimentismo: Calenda a incarnare il primo (c’è la sua parola a certificarlo); Alzetta, detto anche Tarzan dirigente/interprete delle lotte per la casa e, in particolare, delle occupazioni a rappresentare, direi fisicamente, il secondo.C’è però anche chi vede, marxisticamente parlando, l’episodio come simbolo di una nuova grande intesa tra élite e popolo, borghesia e proletariato: da una parte i proprietari di aree e i costruttori; dall’altra i cittadini senza casa o bisognosi di disporne. Al centro lo stato, leggi il Comune, come tessitore e garante dell’accordo.Ma ci sono anche quelli che ne hanno viste tante e la sanno lunga (quelli appunto del “mò me lo segno”). Per loro, l’incontro non è che la ripetizione un po’ imbellettata, di una vecchia operazione: “Tu hai le case invendute e io gente senza casa; e allora te le occupo e tu ti fai dare i soldi dal Comune”.Ai lettori di stabilire quale sia la versione più convincente. Tutto del sottoscritto il giudizio politico; leggi che la furbizia dell’operazione, del Grand Tour come dell’incontro coincide con la sua totale inutilità.
