COME VOLEVASI DIMOSTRARE

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Che il campionato debba o possa essere sospeso per coronavirus rimane una scelta responsabile. La salute first: ci mancherebbe. Ma che la vigliaccheria spinga il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, a pressare il calcio, cioè il debole Gabriele Gravina (Federazione) e il fiacco Paolo Dal Pino (Lega), «parenti» serpenti, a «valutare», questo no, questo è inaccettabile perché, appunto, vigliacco. Calcio, stop: questo mi sarei aspettato da una schiena dritta. Parma-Spal congelata e ripresa con tanto di squilli verdiani diventa, così, la mascherina grottesca di una Nazione infetta.Paradossalmente, era stato proprio il Governo (e, dunque, Spadafora) ad aprire le porte alle partite a porte chiuse. Non prima, immagino, di un approfondito consulto con la task force del Ministero della Sanità che – con le regioni, e talvolta contro – sta combattendo la guerra al virus.Ho trovato fragile anche la posizione del sindacato. Damiano Tommasi, che ne è il presidente, non suggerisca di fermarsi. Se crede nella sua azione, si fermi: e se non si fermano, proclami lo sciopero. Ritrovo l’italico vizio di evadere e/o delegare le decisioni. Se lo sport oppio dei popoli tira sempre, figuriamoci gli interessi dei club. Con altri dirigenti probabilmente non saremmo arrivati a una simile «ammuina»Ma questi sono, questi siamo. Dalla lotta fra calvi che si contendono un pettine, esce un Paese che i medici e gli infermieri impegnati e stremati al fronte non meritano. Ripeto: è in questi momenti così avventurati e tragici che si misura la spina dorsale di una classe politica e di un sistema sportivo. Se per emergenza si limitano le libertà personali, perché mai lo Spadafora di turno «pressa» e non ordina, «invita a valutare» e non detta, «si sospende» e non sospende? Ha di fronte Gravina e Dal Pino, mica Churchill.