LA ZOOLOGIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

LA ZOOLOGIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Gli animali considerati “spazzini” come iene, sciacalli e avvoltoi svolgono una funzione insostituibile nel loro ambiente, ripulendolo dai residui putrefatti. Poi ci sono gli animali “parassiti”, di ordine inferiore come alcuni crostacei ed insetti, che non svolgono alcuna funzione se non ingrassare sè stessi a scapito degli animali cosiddetti “ospiti”. Io credo che chiunque approfitti di questa situazione d’emergenza per procurarsi un qualsiasi vantaggio economico, politico, professionale o altro, vada iscritto senza remore nella categoria dei parassiti (pulci, zecche, pidocchi e giù fino ai balani che incrostano la chiglia delle barche) e in quanto tale trattato con potenti antiparassitari, fumigazioni e acidi vari. Purtroppo gli esempi non mancano. Dal guitto d’opposizione che ne approfitta per attaccare il governo senza uno straccio d’argomento al giornalista che si mette in mostra con tesi strampalate, dallo scienziato controcorrente al catastrofista di professione sempre bene accolto nei salotti televisivi, dall’accaparratore di mascherine al cacciatore di sussidi non dovuti.