CORONAVIRUS, QUANDO IL SISTEMA PUO’ DIVENTARE INGOVERNABILE
Coronavirus: è crisi di sistema. Sarà il caso che ci rendiamo conto di cosa significhi prima di emettere giudizi o commettere azioni che si ritorcano contro di noi. Una crisi di sistema, in parole povere, implica almeno due pericoli subdoli, che si intrecciano tra di loro. Che esistano soluzioni al problema da affrontare, ma che ad ogni soluzione segua l’insorgere di problemi di complessità crescente. Che una causa produca effetti che retroagiscono sulla causa che li ha provocati facendo emergere problemi differenti da quello originale, per il quale ritenevamo di avere individuato una ricetta decisiva. C’è poi una conseguenza devastante che rende particolarmente difficoltosa l’adozione di provvedimenti efficaci non solamente dell’immediato. Se non si è in grado di farli rispettare non servono a nulla. Ma se, fortunatamente, vengono rispettati, rendono più appetibile una posizione di free rider, vale a dire di colui che non rispetta le regole del gioco. E il vantaggio che gliene deriva spingerà nel corso del tempo un numero maggiore di soggetti a violare una regola che sarebbe stata benefica per tutti anche quando non appare più così aurea come agli inizi. Un po’ come la crisi del sistema fiscale. Chi viola una regola diventa più competitivo. In questo modo molti lo imiteranno. Nessuno così ne trarrà personalmente vantaggio e il sistema verrà messo sempre più in crisi. Veniamo adesso al suggerimento di restare a casa. E’ evidente che, se la gente esce di casa, incontra probabilmente molte più persone che se rimanesse entro le pareti domestiche. Corre così maggiori rischi di contrarre il virus. Ben venga dunque il rispetto per il suggerimento di stare a casa. E’ però altrettanto vero che tale diffuso rispetto ha provocato lo svuotamento delle strade. Quindi una passeggiata per strada, col prossimo tenuto a debita distanza, implica meno rischi di quattro chiacchiere a corta distanza col vicino, fatte senza uscire dal portone. Il pericolo è che se a questo punto, il singolo cittadino, percepisce che per lui, qui ed ora, ad andare per strada il rischio è minimo, tutti i cittadini riterranno ragionevole scendere per strada e le affolleranno di nuovo in maniera tale che la distanza di sicurezza non verrà rispettata. Con le peggiori delle conseguenze possibili. La causa (epidemia) ha prodotto effetti razionali (i provvedimenti delle istituzioni), ma questi stessi provvedimenti, proprio in quanto efficaci, hanno mutato lo scenario iniziale. Quello che prima era razionale agli occhi di tutti (non scendere per le strade affollate) ora lo appare molto meno (percorrere strade vuote). Diventa dunque più difficile evitare che le strade si riempiano nuovamente. Torniamo così al punto di partenza. Esistono soluzioni al problema da affrontare, ma ad ogni soluzione segue l’insorgere di nuovi problemi altrettanto complessi. Drammatico il caso di Valencia: una partita svolta a porte chiuse provoca un assembramento attorno allo stadio molto meno rispettoso delle distanze interpersonali di quanto lo si potesse praticare all’interno dello stadio medesimo. In una situazione del genere, per le istituzioni, è indispensabile godere della fiducia dei cittadini e che i cittadini si fidino gli uni degli altri. La politica potrà allora compiere aggiustamenti rapidi che non sempre corrispondono ai criteri di razionalità che si erano seguiti il giorno precedente, senza suscitare diffidenza e mancato rispetto delle norme. La fiducia, oggi, è una risorsa scarsa. Non solo nei confronti dei vertici, ma anche nei confronti dei pari grado. Pure, il comportamento da free rider, genera effetti devastanti. Ad ogni mutamento di scenario si delinea un comportamento apparentemente razionale per il singolo ma controproducente per la società. In Cina il Covid 19 è stato sconfitto grazie anche alla organizzazione delle città colpite in nuclei condominiali. Premesso che si doveva conoscere tutto di tutti, a quel punto la sensazione di essere nella stessa barca era così forte da indurre ad un comportamento conforme alle regole anche quelli di carattere indisciplinato (non pochi, perché la Cina non è il Giappone). O ti fidi del vicino e sai che ci resterai fottuto. Da noi le assemblee condominiali sono frequentemente il luogo di risse ed accoltellamenti, dove tutti appaiono interessati esclusivamente al proprio particolare. Il virus ci deve far capire che quando la crisi assume contorni sistemici, con la razionalità individualistica del singolo attore sociale non se ne viene fuori. Non solo il sistema diventa ingovernabile per la politica, ma siamo tutti noi ad andare alla deriva.
