QUELLO CHE SO SULLA PANDEMIA DEL CORONAVIRUS 2019/20

QUELLO CHE SO SULLA PANDEMIA DEL CORONAVIRUS 2019/20

Nell’era di internet, dei consulti e delle lauree in tuttologia prese con Google, che ha ormai sostituito a pieno titolo e gratuitamente il CEPU, una pandemia globale come quella in corso non era prevista e nemmeno prevedibile e quindi ne siamo stati tutti spiazzati. Se cerco sul mio ARPeC (All Round Personal Counselor – Consigliere a tutto tondo) Google.it le parole pandemia o coronavirus, trovo migliaia di risposte, tutte dotte e tutte interessanti ed immediatamente utilizzabili per dimostrare quante ne so, pur rimanendo profondamente ignorante su tutto quello che vi sta intorno, sputazza a 300km/h che diffonde il virus, modalità di contagio, precauzioni, tutto di tutto, ma manca sempre qualcosa… Già, manca quello che è più importante: cosa mi ha insegnato la pandemia senza cercare in rete? Moltissime cose, la prima su tutte che posso informarmi quanto voglio ma mi serve qualcuno che mi aiuti, che mi curi e che trovi per me soluzioni in tempi rapidi, altrimenti sarò relegato in casa per lungo tempo con il rischi di rimanere il solo sano sulla terra e morire di stenti comunque. A questo DEVE pensare lo Stato. Già, quello Stato che ruba, pieno di furbetti del cartellino, incapace di fornire servizi al cittadino al punto che dobbiamo chiamare i privati a gestirlo e dare tutto in mano a qualcuno, o qualcosa (i cd mercati) che sappia gestirlo meglio ed in modo più efficiente Così è stato: tutto in mano ai privati, poi arriva la pandemia e lo Stato, quello Stato scritto con la S maiuscola, quello che mi deve difendere in questi frangenti, non c’è più o quasi… Di colpo scopro che il servizio pubblico non è più pubblico, che gli ospedali sono privati e ci privano della loro assistenza gratuita, che le assicurazioni non rispondono o hanno massimali, che nulla funziona perché mancando il profitto manca l’assistenza. Alitalia rimane l’unica compagnia a garantire la continuità territoriale ed a trasportare aiuti e merci nella nazione, e meno meno male che non era ancora stata venduta, ENAV che controlla il traffico e al sicurezza aerea nazionale in piena emergenza invece di dare soldi allo Stato per gestirla stacca cedole (guadagni extra) per le sole banche sue azioniste, la polizia, locale o nazionale che sia, e l’esercito sono i soli garanti di un ordine pubblico allo stremo a causa dei milioni di “eroi” che da soli hanno capito tutto, e via dicendo. Curiosamente lo sapevano meglio di noi gli uomini primitivi che per evolversi e progredire si sono uniti in società, nomadi o stanziali, ma tutte con alla loro base un principio: solo l’unione e la solidarietà reciproca garantisce al meglio la sopravvivenza di tutti. Ma non è finita qui, quello che ho scoperto sulla pandemia è che tutte le cose di cui mi sono dotato negli anni servono davvero a poco se non ho la libertà. La libertà di uscire, di relazionarmi, di interagire, di muovermi, di essere creativo senza limiti di disponibilità, eppure credevo chele domeniche al centro commerciale fossero progresso, mentre di colpo scopro che dalla mia finestra cittadina posso vedere il cielo e qualche volta persino le montagne o le colline e tutto ciò mi attira al punto che vorrei volere per andarmene in giro e respirare aria pura, quell’aria che non mi rendevo conto inspirare liberamente almeno 16 volte al minuto e che ora temo sia contaminata e fatico a farlo. Bloccato in casa per una stupida malattia, un virus che nemmeno si vede ed io grande e grosso ne ho il terrore, eppure si stima che le epidemie annuali causino nel mondo da 3 a 5 milioni di casi di influenza e da 290.000 a 650.000 morti, dati ben lontani dagli attuali 169.387 casi confermati e 6.513 morti, eppure questa “influenza” ha qualcosa di diverso, ma cosa? Inoltre a ben guardare vi sono moltissime cause di morte in Italia, nel 2014 l’ISTAT riportava queste principali ragioni di morte: Malattie ischemiche del cuore, 69.653 decessi;Malattie cerebrovascolari 57.230;Altre malattie del cuore 49.554;Tumori di trachea, bronchi e polmoni, 33.386;Malattie ipertensive 30.690;Demenza e malattia di Alzheimer, 26.600;Malattie croniche della basse vie respiratorie 20.234;Diabete mellito 20.183;Tumore del colon, retto e ano, 18.671;Tumore del seno, 12.330;Tumore del pancreas, 11.186;Malattie del rene e dell’uretere, 10.043;Tumore del fegato, 9.915;Tumore dello stomaco, 9.557;Influenza e polmonite, 9.413;Tumori non maligni 8.204;Setticemia 7.636;Tumore della prostata, 7.174;Leucemia, 6.049;Cirrosi, fibrosi ed epatite cronica, 6.035;Tumore della vescica, 5.610;Morbo di Parkinson, 5.110;Morbo di Hodgkin e linfomi, 5.175;Tumore del cervello e del sistema nervoso centrale, 4.237;Suicidio, 4.147. Quasi 600.000, lo scrivo meglio, seicentomila morti nel 2014 per malattie varie, persino i suicidi sono superiori ai decessi finora registrato con coronavirus che si attestano a poco più di 1.800, allora perché mi spaventa? Ci penso e non mi do pace, forse perché mi colpisce direttamente, mi ero abituato ad essere il più furbo di tutti, ho la mia casetta bella, l’auto, la bicicletta, i negozi aperti ovunque, s emi ammalo ci pensa l’assicurazione, già, perché se aspetto lo Stato…, ho persino l’IPhone, come tutti, ormai segno di universale benessere, e con qualche rata in più persino l’ultimissimo MacBook che indica definitivamente il mio rango. Io son chi sono e voi non siete un cazzo, lo ripeto tutte le volte che cerco un argomento su Google, se il professore mi dice “lei è iperteso”, non capisce nulla, prendo le medicine, ma è solo perché la mia vita frenetica ed importante mi stressa, non è colpa mia, ormai le lauree non servono più a nulla, solo ad essere eletti, se non ce l’hai non sei nessuno, ma se ti eleggono senza allora sei meglio degli esperti, non si capisce più nulla, ma una cosa è certa: io son chi sono e voi non siete un cazzo… fino a quando per la rabbia scopro di possedere una finestra ed un balcone che sono l’unico mezzo per collegarmi ancora al mondo reale ed allora prendo appuntamento e grido, canto, suono, rompendo i timpani e le scatole tutti: ci dovevi pensare prima, adesso è tardo, o forse no. Quello che so sulla pandemia e sul coronavirus di quest’anno è che forse ho sbagliato tutto, forse ci dovevo davvero pensare prima, forse dovevo capire che lo Stato, quello con la S maiuscola, è il solo in grado di tutelarmi e che questo Stato con la S maiuscola sono io, io che ci lavoro e devo percepire un giusto stipendio senza esagerare, io che lo sostengo pagando giuste tasse non esagerate, io che lo amministro senza rubare troppo, magari approfittando di qualche privilegio, perché no, ma “onestamente” perché lo stato siamo tutti, tutti insieme, come per le società di caccia e raccolta primordiali, stanziali o meno. Si tratta di una regola codificata come etica della reciprocità o regola d’oro, ed è un valore morale fondamentale che “si riferisce all’equilibrio in un sistema interattivo tale che ciascuna parte ha diritti e doveri; la norma secondaria della complementarità afferma che i diritti di ciascuno sono un dovere per l’altro”. Essenzialmente un codice etico in base al quale ciascuno ha diritto a un trattamento giusto e il dovere e la responsabilità di assicurare la giustizia agli altri, l’etica della reciprocità tra individui è considerata il fondamento della dignità, della convivenza pacifica, della legittimità, della giustizia, del riconoscimento e del rispetto tra individui, delle religioni civili. La reciprocità è talmente alla base essenziale per il concetto di diritti umani che è presente nella filosofia greca antica in Pittaco “Non fare al tuo vicino quello che ti offenderebbe se fatto da lui”, Talete “Evita di fare quello che rimprovereresti agli altri di fare”, Isocrate “Non fare agli altri ciò che ti riempirebbe di ira se fatto a te dagli altri” Epitteto “Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri” e nelle sentenze di Sentenze di Sesto, opera di epoca e autore sconosciuti, ma anche nell’ebraismo con «amerai il tuo prossimo come te stesso» (Levitico 19,18), «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te: questa è tutta la Torah. Il resto è commento. Va’ e studia.» (rabbino Hillel, nato almeno mezzo secolo prima di Gesù), nel Confucianesimo dove è fondamentale la solidarietà, chiese Tzu Kung: «C’è una parola in accordo alla quale agire per tutta la vita?», disse Confucio: «È “perdono”. Ciò che non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri». (Lun Yu 15,23), nel buddismo e karma “Mettendosi al posto di un altro, non si uccide né si spinge qualcuno a uccidere”, “Colui che mentre cerca la felicità, opprime con la violenza altri esseri che pure desiderano la felicità, non raggiungerà la felicità per questo”, “Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione, se vuoi essere felice, pratica la compassione” (Dalai Lama), nel cristianesimo «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.» (discorso della Montagna, Matteo 7,12), “amate gli altri più di voi stessi” (Gv 15,9-17), “amate i vostri nemici” (Lc 6,27-38),nell’Islam “Aheb li akheek ma tuhibu li nafsik”, “desidera per il tuo prossimo ciò che desideri per te stesso” o “Ama il tuo prossimo come ami te stesso”, nella fede bahá’í «E se i tuoi occhi sono rivolti verso la giustizia, scegli per il prossimo tuo ciò che vuoi per te stesso», «Benedetto chi a sé preferisce il fratello», «Non caricate nessun anima con un fardello che non desiderereste fosse posto su di voi e non desiderate per nessuno ciò che non desiderereste per voi stessi. Questo è il Mio miglior consiglio per voi, se solo l’osservaste» ed infine, nel movimento etico mondiale nella cui “Dichiarazione per un’etica mondiale” del parlamento delle religioni mondiali (1993) ha proclamato la regola d’oro sia in forma e negativa che positiva come principio comune per molte religioni, firmata da 143 leader di diverse religioni e comunità spirituali. Insomma, la medicina migliore per qualsiasi pandemia, virale o meno, è l’unione ed il rispetto reciproco, lo sapevano bene Keynes ed Olivetti, rispettivamente parlando di organizzazione dello stato ed etica industriale, non sono stati i soli, ma come tutti sono rimasti inascoltati a favore di interessi troppo personali, chissà che la pandemia non ci apra un po’ gli occhi.