LA SALUTE NON È IN CONFLITTO CON IL LAVORO, MA CON IL PROFITTO. PENSIAMOCI

LA SALUTE NON È IN CONFLITTO CON IL LAVORO, MA CON IL PROFITTO. PENSIAMOCI

L’Ue sospende il patto di stabilità. Il sindaco di New York chiude tutte le attività non essenziali. La stessa richiesta viene finalmente avanzata dalla Lombardia. Di fronte all’epidemia, dopo aver indebolito tutti i sistemi sanitari, dopo aver ridotto tutte le garanzie sociali e del lavoro, l’economia si deve arrendere alle necessità della vita.Sembra di nuovo, come per la salvaguardia dell’ambiente, che la salute entri in conflitto con il lavoro.Ma non è così: la salute entra in conflitto non con il lavoro, ma con il profitto, anzi con il profitto irragionevole e senza limiti.Noi abbiamo piegato alle ragioni dell’economia tutte le altre priorità. Abbiamo tagliato la spesa pubblica, indebolendo la scuola, la sanità, i servizi sociali, la possibilità per i servizi pubblici di dotarsi di mezzi moderni, innovazioni tecnologiche, personale adeguato e ora ne paghiamo drammaticamente il prezzo.Avremo altre emergenze, forse altre epidemie. Gli esperti ci dicono che ci sono altre possibilità, attraverso sistemi sanitari forti, diffusi, pronti, radicati sul territorio per affrontarli, come sembra stiano facendo ora in Corea e a Taiwan.Forse non sarà sufficiente, ma certamente avere mascherine, tute, respiratori, posti letto in abbondanza, anche se costa un po’, sarà utile.Usiamo questo dramma che stiamo vivendo per pensarci su. Per non tornare come prima.