L’ECATOMBE DELLA REGIONE LEGHISTA
Il governatore della Lombardia Fontana e il suo assessore alla sanità Gallera negli ultimi giorni hanno fatto a gara a pararsile terga per paura del dopo, quando si faranno i conti dei disastri che hanno combinato. La loro strategia consiste nell’addossare allo Stato centrale le responsabilità di tutto. Nei giorni scorsi hanno sparato dichiarazioni del tipo “Lo Stato non ci aiuta”, “Abbiamo bisogno di maschere e dispositivi di protezione, ma lo Stato ce li manda col contagocce”. Ora, anche i bambini sanno che la sanità è una competenza tipicamente regionale e che i leghisti della Lombardia avrebbero dovuto provvedere agli acquisti di dispositivi di protezione, cosa che non sono stati capaci di fare. I fatti li inchiodano. Ai primi di febbraio il governo e la Protezione civile avvertono la Regione che devono approvvigionarsi degli strumenti di emergenza. Il 4 febbraio anche la FIMMG (Federazione dei medici di medicina generale) invia una lettera a Fontana con la stessa richiesta. Ma la Regione tergiversa. Si guarda intorno e aspetta di trovare dei buoni prezzi. Poi a metà febbraio finalmente fa partire un ordine per quattro milioni di mascherine di vario tipo. Poco dopo scopre che l’ordine non può essere eseguito. Il motivo è imbarazzante. La ditta presso la quale la Regione ha piazzato l’ordine non esiste più. È chiusa, non risponde, non c’è. Chapeau. Neanche Totò e Peppino falsari l’avrebbero combinata così grossa. La Lombardia a quel punto implora Roma di andare in aiuto. La Protezione civile si mobilita e facendo i salti mortali riesce a fornire al Pirellone 7,3 milioni di maschere (quasi 5 milioni chirurgiche e 2,3 milioni Fpp2), che è l’80% del fabbisogno consolidato di 9 milioni di maschere per l’intera Lombardia. Quelle che mancano, dunque, sono esclusivamente colpa della Regione e della sua goffa incapacità. Ma non basta: regna il caos anche nella distribuzione delle mascherine ricevute da Roma. E la distribuzione non era certamente un compito che poteva essere svolto da Roma. Massimo De Rosa, consigliere regionale per il M5S, sintetizza: “La distribuzione si è dimostrata subito difficoltosa e le mascherine non sono arrivate dove avrebbero dovuto”. Come per esempio nelle residenze per anziani, dove il numero dei decessi cresce a dismisura e gli appelli dei medici restano inesauditi. Per fortuna le cose vanno ben diversamente in Veneto, Emilia, Piemonte, Liguria, nessuna delle quali sprofonda nella catastrofe come la Lombardia leghista, quella che “ce l’ha duro” (il cervello, forse). Adesso è chiaro perché il governatore Fontana e l’assessore alla sanità Gallera si affannano a scaricare le colpe sul governo: perché un giorno, quando il culmine della crisi sarà passato, saranno chiamati a rispondere – politicamente e forse giudiziariamente – di un’ecatombe che nella sola Lombardia (10 milioni di abitanti) è di gran lunga maggiore di qualsiasi altra strage da coronavirus in qualsiasi regione di qualsiasi Paese del mondo. (Fonte: La Notizia del 4 Aprile 2020)
