FRANCESCO A BUCAREST INVITA AI VALORI DELL’ACCOGLIENZA E DEL BENE VERSO GLI ULTIMI

FRANCESCO A BUCAREST INVITA AI VALORI DELL’ACCOGLIENZA E DEL BENE VERSO GLI ULTIMI

C’è un invito a “camminare insieme” per il bene comune del popolo romeno, “per il bene della nostra casa comune Europa, ricordando che questo richiede la nobiltà di rinunciare a qualcosa della propria visione o del proprio specifico interesse a favore di un disegno più ampio”, per “costruire una società inclusiva” dove “i più deboli, i più poveri e gli ultimi non sono visti come indesiderati”. Papa Francesco inizia così il suo viaggio apostolico in Romania, il 30esimo del suo pontificato, parlando, nel palazzo presidenziale di Bucarest, alle autorità del Paese, quelle “forze politiche, economiche, sociali e spirituali” che chiama a “far crescere la positiva collaborazione” per affrontare “i problemi di questa nuova fase storica”.Nella sala Unirii del palazzo Cotroceni, dopo il benvenuto delle autorità, Francesco saluta, con “fraterno amore il mio fratello Daniel”, il patriarca della Chiesa ortodossa romeno .“Sono lieto di trovarmi nella vostra ţară frumoasă (bella terra), a vent’anni dalla visita di San Giovanni Paolo II e mentre la Romania – per la prima volta da quando è entrata a far parte dell’Unione Europea – presiede in questo semestre il Consiglio Europeo”.Ed ecco il passo più incisivo indirizzato dal papa al popolo dei romeni perché si faccia esso stesso, in patria e nel resto di Europa, portatore dei sentimenti di accoglienza ed amore nei confronti di quanti, oggi, sono alla ricerca di un mondo migliore.Perché si faccia prossimo ai nuovi ultimi.Perché non li consideri rivali, ma fratelli nelle difficoltà.Perché anche i romeni facciano memoria delle sofferenze patite nel passato, ma ancora oggi, nel doloroso cammino verso la costruzione di una vita migliore. “In tal modo si può costruire una società inclusiva, nella quale ciascuno (…) diventi protagonista del bene comune; una società dove i più deboli, i più poveri e gli ultimi non sono visti come indesiderati, come intralci che impediscono alla “macchina” di camminare, ma come cittadini e fratelli da inserire a pieno titolo nella vita civile” ha detto Francesco rivolto al Paese, ma in fondo anche al resto dell’Europa