DISELGATE, ARRESTATO STADLER IN GERMANIA, PER RISCHIO DI OCCULTAMENTO PROVE

Stadler è il ceo di Audi che dal 2007 è entrato a far parte del cda di Volkswagen. È il settimo top manager del gruppo ad essere stato arrestato da quando è scoppiato il Dieselgate, 3 anni fa. In barba a quanto accaduto, però, Volkswagen ha esteso di altri 5 anni il suo contratto e ha anche accresciuto le sue già numerose responsabilità.Rupert Stadler è stato arrestato nella sua casa di Ingolstadt, in Germania, lunedì mattina, stando a quanto promulagato dall’ufficio del pubblico ministero di Monaco che, a fine maggio, lo aveva accusato unitamente a un altro membro del comitato esecutivo, di «frode». Il pubblico ministero è convinto che vi sia un «rischio di occultamento delle prove» che giustifica pienamente l’arresto. Il manager è indagato nell’ambito del dieselgate, lo scandalo sui motori diesel e la falsificazione delle emissioni scoperto nel 2014 in seguito ad uno studio di una società americana noprofit che evidenziava una differenza notevole tra i dati rilevati durante i test di omologazione e quelli verificati su strada. Il gruppo automobilistico è sotto indagine dal 2015 da parte della Procura di Monaco di Baviera, oltre che dalle autorità di diversi paesi. Sono almeno 20 le persone indagate in Audi perché sospettate di essere coinvolte nella vendita di auto dotate di software che disattivava i controlli delle emissioni durante la guida. All’inizio di giugno l’agenzia federale dell’auto aveva ordinato il ritiro di 60.000 Audi A6 e A7 dopo la scoperta di dispositivi «illeciti» che falsificavano i livelli di emissione. La scorsa settimana Volkswagen, di cui il marchio Audi fa parte, ha accettato di pagare, riconoscendo la propria responsabilità, la sanzione di un miliardo di euro decisa dalla procura di Stato di Braunschweig.A pagarne le conseguenze è sempre l’ambiente e di conseguenza gli ignari cittadini, costretti a respirare aria sempre più inquinata.