COME LE SANZIONI AMERICANE STANNO TRASFORMANDO LA PANDEMIA IN IRAN IN UN DISASTRO

COME LE SANZIONI AMERICANE STANNO TRASFORMANDO LA PANDEMIA IN IRAN IN UN DISASTRO

La pandemia generata dal virus Covid-19 ha prodotto finora in Iran circa 3600 decessi ufficiali ed quasi 60.000 contagi registrati. Questo, perlomeno, è quanto dicono i numeri raccolti dalla più usatapiattaforma virtualedi mappatura dell’epidemia, realizzata dalla John Hopkins University. Si tratta di un dettaglio non scontato perché a questa piattaforma, ideata dall’azienda californiana Esri, gli iraniani non possono accedere. Non per la nota censura su alcuni siti web operata dal regime iraniano ma, come confermano gli esperti di Articolo 19, a causa delle sanzioni. Il sistema di mappatura ArcGis “è automaticamente bloccato nei paesi soggetti a embargo americano”, come ha fatto sapere la portavoce dell’azienda, Jo Ann Pruchniewski. Gli esperti iraniani temono che nelle attuali circostanze possano morire nel Paese quasi il doppio delle persone decedute durante la guerra con l’Iraq, durata otto anni. Timori confermati dalle proiezioni epistemiche degli esperti del Brookings Institution, che parlano di una cifra compresa tra mezzo milione e un milione e mezzo di morti. Anche il governo iraniano ha sottovalutato la crisi, non decidendo di isolare la città-focolaio di Qom e tenendo – come in Francia – delle elezioni più di una settimana dopo la scoperta del paziente uno. Ad alimentare questa indecisione, il timore di un tracollo economico sociale di un Paese che nelle attuali condizioni economiche forse non potrebbe permettersi di fermarsi del tutto. Quelle descritte sopra sono prospettive lugubri ma sarebbero ben peggiori se l’Iran non potesse comunque contare su un buon sistema sanitario, che secondo l’indice di Bloomberg nel 2016 si posizionava tra i primi trenta al mondo (prima di Brasile e Stati Uniti), nonostante una capacità di spesa che da quarant’anni risente della zavorra delle sanzioni. Circa il 90% degli iraniani ha una forma di assicurazione sanitaria, l’immunizzazione dei bambini è possibile pressoché ovunque (in un paese comunque molto urbanizzato) ed il 96% dei medicinali viene prodotto in loco. Secondo la classifica stilata daScopus, nel 2012 gli iraniani erano 17esimi nel mondo per numero di pubblicazioni accademiche a carattere scientifico. E anche in questo caso il dato sconta e continua a scontare l’ostruzionismo americano, come confermatoin questo studiodal principale editore mondiale in ambito medico, l’olandese Elsevier. Questi dati richiamano una questione centrale, sulla quale c’è una discreta confusione. Le sanzioni hanno effetti sul sistema sanitario in Iran? I sostenitori della strategia della “massima pressione” sull’Iran, che ritengono le sanzioni un’alternativa virtuosa rispetto all’intervento militare, difendono il mantenimento dell’impianto sanzionatorio adducendo una motivazione tecnicamente reale: sono infatti esentate dalle sanzioni tutte le transazioni in ambito umanitario, e quindi per la fornitura di cibo, medicinali o apparecchiature sanitarie. Questa motivazione, però, ha un carattere puramente formale. Nella sostanza, le cose stanno molto diversamente.