OSTIA: “LO SPETTACOLO È FINITO”
Quello ch’è avvenuto oggi ad Ostia è il segno tangibile che in quei luoghi c’è una volontà di riscatto che vuole superare le paure, i silenzi.La manifestazione organizzata dai giovani di Libera, dalla federazione della Stampa non si concluderà con il ritorno a casa delle persone che vi hanno partecipato.C’è un impegno forte, preciso è quello di non cedere alla rassegnazione, di non chiudersi nelle proprie abitazioni, è quello tornare a riappropriarsi delle proprie convinzioni, della serenità, degli spazi, dei sentimenti democratici che le mafie ed uno Stato fragile, lontano hanno permesso che i pochi prevalessero su tutti.Sul litorale romano è stato consentito che un anti-Stato si sostituisse alle istituzioni democratiche.Le ipocrisie della politica, le complicità hanno fatto il resto.Lo scandalo è arrivato una settimana fa quando Roberto Spada, fratello del boss Carmine, gestore di una palestra, si è permesso di aggredire in modo sfrontato, davanti ad una telecamera, un giornalista che gli stava facendo delle domande.Spada ha aggredito e picchiato selvaggiamente con una testata ed a colpi di manganello il giornalista della Rai Piervincenzi e l’operatore che era con lui.È stato arrestato e trasferito a Rebibbia.Per far comprendere quanto la situazione sia grave è arrivata una decisione che la dice lunga sul clima generato da questi personaggi non solo ad Ostia.L’amministrazione penitenziaria ha dovuto disporre il trasferimento al carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, in Friuli, perché i giudici nel contestare a Spada la modalità mafiosa dell’aggressione sono stati consapevoli del fatto che Regina Coeli non è un penitenziario attrezzato nel merito dei reati.E pensare che grida allarmi, minacce e denunce sono per anni all’ordine del giorno.E gli stessi giornalisti sono stati più volte al centro delle attenzioni dei clan mafiosi che governano i territori. Come Federica Angeli, la cronista de La Repubblica, da tempo nota per le sue coraggiose inchieste sui fatti mafioso-politici del litorale che ebbe ad aggiungere una coraggiosa testimonianza per aver assistito dalla finestra dell’appartamento che la ospitava di un duplice tentativo di omicidio orchestrato proprio dal clan Spada.Quella sera le grida, le urla avevano richiamato decine di persone che affollarono i balconi affacciati sulla strada, ma nessuno ebbe il coraggio di dare il suo contributo alla ricostruzione dei fatti. Ottavio e Carmine Spada ebbero poi ad urlare ai tanti testimoni presenti: “Lo spettacolo è finito”. Ed a spettacolo finito, nel rispetto del copione imposto nessuno ebbe a dire niente, solo Federica rimase unica e coraggiosa testimone di un episodio che sconvolgerà la sua vita per sempre.Da allora la cronista vive sotto stretta scorta per la serie continua di minacce ed avvertimenti mafiosi.Ed oggi c’era anche lei nelle strade di Ostia, insieme ai giovani di Libera, insieme a don Ciotti, il fondatore dell’associazione impegnata nel contrasto alle mafie, insieme ai rappresentati di Fsni, con il suo presidente, Giuseppe Giulietti. E Federica Angeli, giornalista che vive sotto scorta per le minacce ricevute dopo le sue denunce, non si è sottratta al suo impegno: ‘Credere nella legalità, non smettere di crederci. Ce l’hanno messa tutta per farmi smettere di scrivere e non ci sono riusciti. Ora siamo qui, c’è un noi dietro di me e io l’ho promesso ai miei figli e una mamma mantiene le promesse. E ora lo prometto a voi: la mia penna ci sarà sempre per il bene di Ostia”. ”Possiamo rialzare la testa, questa è una vittoria di tutti noi” ha infine concluso.Ma anche durante la manifestazione di Ostia, mafia ed estremismi neo fascisti non si sono vergognati affatto di marcare il territorio.Proprio nel giorno della manifestazione è stata minacciata una troupe televisiva mentre stava girando un servizio a Ostia proprio nel quartiere degli Spada. «Abbiamo lasciato furgoncino della produzione per fare un giro ma quando siamo ritornati abbiamo trovato due gomme bucate», ha spiegato la giornalista di La 7. «Durante il nostro giro tra via Forni e la palestra di Roberto Spada, siamo stati minacciati dai residenti, uno di questi voleva lanciarci contro il suo pitbull”.Forti le parole che sono state pronunciate dal palco:«Qui ad Ostia c’è una presenza di forme di illegalità di corruzione, una presenza mafiosa e io mi stupisco, piuttosto, di chi si stupisce. Si tratta di una storia che arriva da lontano: i segnali c’erano tutti e ci sono vicende giudiziarie in corso per dimostrare tutto questo. Ma qui c’è anche una marea di gente che si è mossa e si mette in gioco per fare la propria parte. Bisogna distinguere e far emergere le cose positive senza sottrarci nella denuncia delle cose che non vanno». Queste sono state le parole di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che non ha mancato di ricordare quanto la politica, quella vera, sia lontano da questi luoghi avvolti, compenetrati dal sistema mafioso.Tante le persone in piazza Anco Marzio a Ostia quando Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), il sindacato dei giornalisti, ha detto:«Mai con i mafiosi e mai con i fascisti. Si può dire in questa piazza, lo prevede la Costituzione. C’è chi sta con la Costituzione e chi fa strage dei suoi valori».Quella che si conclude non è solo una manifestazione di protesta e denuncia, a tutti viene da pensare alla storia di Federica.A Ostia qualche cosa potrebbe cambiare, ad Ostia “lo spettacolo è finito”.
