BRASILE: BOLSONARO CONTRO TUTTI SUL LOCKDOWN PER COVID

BRASILE: BOLSONARO CONTRO TUTTI SUL LOCKDOWN PER COVID

Per giorni ha deriso i suoi concittadini e le autorità locali che si lasciavano spaventare “da un’influenzina”. Mentre i sindaci di San Paolo e Rio de Janeiro e i governatori degli stati più popolosi lo imploravano di decretare il lockdown, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro esortava a “non farsi prendere dalla nevrosi”, fomentata da uno non meglio definito movimento contro la destra mondiale.Tanto che alcuni giorni fa i 27 governatori (26 stati federali più la regione autonoma di Brasilia) si sono organizzati per conto proprio e hanno decretato localmente la quarantena, sotto la leadership di João Doria, governatore dello stato di San Paolo, il più colpito dai contagi.Si è persino aperta una crisi istituzionale nel governo e a farne le spese, con tanto di minaccia di licenziamento, è stato il ministro della Salute, reo di dare troppa retta agli scienziati che raccomandano il lockdown. Intanto, gli infettati sono più di 17mila con un tasso di letalità del 4,6 per cento.Uno dei problemi di Bolsonaro è l’incapacità di affrontare i problemi in un modo non ideologico, come dimostrano gli attacchi alla stampa e all’opposizione. E nel momento in cui un paese ha bisogno di una guida decisa, capace, non autoritaria, in grado di trasformare le informazioni scientifiche in decisioni politiche, lui non è decisamente la persona giusta al posto giusto.Il consenso verso il presidente è ai minimi storici. Indebolito da un conflitto con il parlamento che si trascina da mesi, ora sembra isolato persino negli ambienti militari, quelli da cui proviene e che hanno favorito la sua elezione. Corre voce che sia stato esautorato, che abbia un ruolo solo di facciata e che a governare siano proprio loro, adesso, i militari. Che peraltro si sono mantenuti saldi al potere, anche dopo la fine della dittatura del 1985. Bolsonaro in questo senso non è un freno istituzionale, per quanto odioso, ai militari. Al contrario, rappresenta l’altra faccia della stessa medaglia, come dimostra l’elevata presenza di militari nella pubblica amministrazione.Nemmeno le forze armate, però, vanno viste come un monolite. Una parte si è professionalizzata, soprattutto marina e forza aerea, che in questo momento sembrano aver preso le distanze dell’ingombrante presidente. L’esercito lo appoggia ancora ed è il settore più rumoroso, anche se non necessariamente il più numeroso. I suoi sostenitori sono soprattutto in polizia che, come ha dimostrato il golpe in Bolivia, si sta avviando a occupare il ruolo che, nelle dittature sudamericane, è stato storicamente dei militari. Soprattutto, a sostenere il presidente, sono milizie paramilitari, le stesse – tanto per citare un caso noto – responsabili dell’omicidio dell’attivista Marielle Franco, nel 2018 (https://www.alganews.it/2019/03/14/brasile-arrestati-i-sicari-di-marielle-franco-ora-mancano-i-mandanti/).L’epidemia avrà l’effetto di rallentare la vita politica del paese, bloccando i lavori parlamentari. E forse impedirà al governo di massacrare con riforme scellerate i diritti di sociali, civili e politici. Si chiama etorogenesi dei fini.