UN MESE DI QUARANTENA
L’8 marzo iniziai spontaneamente la mia quarantena, e in concerto con il Sindaco lanciammo il nostro “ io sto a casa”, che poi due giorni dopo fu lanciato anche dal Governo con un preciso decreto. Qualcuno ebbe a ridire, qualcuno contesto’ , qualcuno polemizzò, ma il tempo, sempre galantuomo, ha detto quanto eravamo stati noi facili profeti, e quanto sterili e senza senso fossero le polemiche di altri.Noi ci lamentiamo, un mese di quarantena, a posteriori, l’avrebbero fatta volentieri anche quelli che sono deceduti e coloro i quali hanno dovuto ricorre a cure mediche ospedaliere, entrando nei gironi infernali dei pronto soccorso e delle sale rianimazione. NON è finita qui, sia chiaro a tutti, servirà ancora STARE A CASA. Abbiamo, dicono gli scienziati, superato il picco, ma NON siamo in discesa, tutt’alpiu’ in un falsopiano, e chi corre sa benissimo che, a volte, è più complicato correre quel tratto di strada che la salita.Io non invidio quelli che escono e trasgrediscono con furbate le disposizioni emanate, semmai ho pena per loro, non sono né più furbi ne’ più fortunati, sono solo più incoscienti. PIU’ STIAMO A CASA e meno rischi corriamo di essere contagiati, e per me questa e’ l’unica cosa importante, anche se rilevando il numero enorme di multe dovute elevare dagli organi comportanti, sembra quasi che ci siano persone che si divertano a rischiare la salute. Bontà loro. Forse il più è fatto, ma quel meno ancora è da fare, e va fatto con intelligenza e disciplina ferrea, RIMANENDO ANCORA A CASA, anche se questo clima invitante primaverile di questa settimana di Pasqua, suggerirebbe il contrario. Anche un atleta, reduce da un infortunio smania per rientrare, e sa benissimo che l’ultimo periodo è il più difficile da digerire e il più complicato da gestire, ma sa anche che una ricaduta, sarebbe molto peggio, quindi evitiamo di essere indotti in tentazione e, continuiamo a non abbassare la guardia. Un mio vecchio Capitano al servizio militare, mi diceva sempre: “ lo sa come si vince la battaglia finale? Io rispondevo, non lo so Capitano, non sono uno stratega militare, sono solo un furiere, e lui rispondeva: “ bisogna arrivarci vivi!” Non serve essere strateghi militari, ma saggi della vita.
