AMERICA-CINA, GIOCANO CON IL FUOCO

AMERICA-CINA, GIOCANO CON IL FUOCO

Giocano con il fuoco. Tre attacchi con razzi in un mese contro la zona verde di Bagdad, quella super protetta. L’ultimo, domenica, contro l’ambasciata Usa. Un ordigno ha causato il ferimento lieve di una persona. Nessuno rivendica, ma tutti sospettano l’azione delle milizie filo-iraniane. Una coda velenosa di una campagna iniziata da mesi e che ha poi innescato il ciclo infernale, con l’uccisione del generale Soleimani da parte degli americani, la rappresaglia di Teheran, la distruzione del jet ucraino polverizzato da un missile dei pasdaran, la grande mobilitazione per chiedere la partenza delle truppe statunitensi. Molti i timori. 1. L’azione strisciante può anticipare qualche sorpresa più seria nella regione: la vendetta non si sarebbe ancora consumata. 2. E’ un’opera di logoramento che potrebbe avere conseguenze non volute. Proprio il dramma dell’aereo distrutto dovrebbe spingere i mullah a riflettere. 3. Donald Trump, se vuole, ignora gli episodi. Però ci ha abituato a mosse in contropiede.