IN “E POI C’È KATHERINE”, EMMA THOMPSON SI MANGIA TUTTI FACENDO UN PO’IL VERSO A MERYL STREEP

IN “E POI C’È KATHERINE”, EMMA THOMPSON SI MANGIA TUTTI FACENDO UN PO’IL VERSO A MERYL STREEP

Francamente un titolo italiano un po’ del cavolo. Che significa “E poi c’è Katherine”? Si allude forse a “E poi c’è Cattelan”? In ogni caso, sin dall’inizio la donna in questione, una 57enne anchorwoman in crisi di ascolti col suo storico show tv “Tonight with Katherine Newberry”, è al centro della storia. Katherine è una specie di David Letterman al femminile. Il suo programma a tarda ora, non a caso il titolo originale recita “Late Night”, ha perso mordente e i 43 Emmy vinti negli anni non bastano più a garantirle l’attenzione affettuosa del pubblico. Il network, pilotato da una donna tosta quanto lei, vuole sostituirla; Katherine correi ai ripari rimettendo mano al suo team di autori impigriti dalla routine e assuefatti alle sue scenate, sicché Molly Patel, una tosta e spiritosa americana di origine indiana (India), si rivelerà la persona giusta per raddrizzare le cose.Siamo più dalle parti di una commedia come “Il buongiorno del mattino” con Harrison Ford e Rachel McAdams che del “Diavolo veste Prada” con Meryl Streep e Anne Hathaway; anche se Emma Thompson, in splendida forma, ricorda per colore dei capelli, look fantasioso e spirito sarcastico l’insopportabile Miranda Priestley. E naturalmente tutto va, nel film diretto da Nisha Ganatra su copione di Mondy Kaling, pure attrice nel ruolo di Molly, come ci si può attendere: tra battute al vetriolo, scenate in ufficio, retroscena malinconici e scene madri che invitano all’applauso.La novità starebbe nel fatto che Katherine detesta le donne. In effetti ama tiranneggiare gli uomini ai suoi ordini, ridotti a tappetini, calpestati coi suoi “sabot” da non so quanti migliaia di dollari. Ma è chiaro che la star in caduta libera, pure sposata con un tenero uomo anziano colpito dal Parkinson, si comporta così solo per aderire a un personaggio. Prima o poi Molly saprà tirarle fuori frammenti di nascosta umanità…Battuta mica male: “Io adoro le donne comiche. Per esempio Mary Tyler Moore e Gilda Radner” spara Katherine. E il suo braccio destro le ricorda: “Ma sono morte entrambe”. Un po’ come succede in “Le verità”, il film con Catherine Deneuve appena passato alla Mostra di Venezia.Trapunto di riferimenti al vero show-business televisivo, “E poi c’è Katherine” si vede volentieri soprattutto per la prova di Emma Thompson, che nella versione originale sfodera il suo elegante accento “british” destinato a perdersi nel doppiaggio. Naturalmente Mindy Kaling, rivelatasi con la serie “The Office”, oggi è una celebrità negli Usa. Infatti ha un programma televisivo tutto suo.Nelle sale da giovedì 12 settembre con Adler Entertainment.