L’ULTIMA CHIAMATA
Allarm Phone raccoglie le grida di aiuto di quanti nel Canale di Sicilia, nel nostro Mare Mediterraneo si rivolgono per quella che spesso è l’ultima chiamata prima di soccombere. È stata diffusa in queste ore una telefonata nella quale si sente la voce di una ragazza di 21 anni, parla in francese. Racconta di essere incinta e di viaggiare con una bambina di sette anni, chiede aiuto: ” La bambina sta molto male, non c’è acqua nè cibo. Ci dicono che vengono a prenderci ma non viene nessuno. Qualcuno può aiutarci per favore?”. Poi parla un uomo: “Ci sono due morti, aspettiamo da quattro giorni, ci sono bambini svenuti, non sappiamo dove siamo, abbiamo bisogno di aiuto subito. Vi prego”.Chiamate di questo tipo non sono rare capitano anche in questi giorni che vedono tutti noi impegnati a resistere ad una tremenda, devastante pandemia. È chiamate come questa, necessitano di una risposta, anche in questi giorni così duriFare finta di non ascoltare, fare finta di credere che queste tragedie non avvengono più è di nuovo peccato, peccato per le nostre coscienze e la nostra comunità. Per il sentimento di umanità che ci siamo conquistati in secoli di “sapienza”.Non ascoltare e non fare in modo di agire ci riporta davvero indietro nel tempo. Ai giorni della peste nera.Le grida di aiuto di questa giovane donna arrivano da una delle quattro imbarcazioni, quella con 47 persone a bordo, che da giorni sono segnalate alla deriva nel Mediterraneo centrale senza che nessuno si muova in loro soccorso. Una delle quattro barche, di legno, si è rovesciata ieri provocando un naufragio annunciato, confermato da Frontex.Qualcuno dice che si esagera, che forse non tutto è vero, che ci sono altri, che siamo immersi in tanti problemi, che non dovevano partire, ma cosa rispondiamo a questa ultima chiamata di una mamma che chiede aiuto per se e per i compagni di “viaggio”?
