“OCCUPY PD” AL TEMPO DI RENZI

“OCCUPY PD” AL TEMPO DI RENZI

Terremoto nel Pd per le famose liste imposte che in certe realtà smuove il torpore.Post rancorosi, arrabbiati o decisamente delusi affollano la rete dopo che nel giro di pochi minuti sono stati resi pubblici i famosi elenchi.La squadra sarà pur forte e vincente ma il Pd anche nelle critiche e le defezioni emerge che era un partito abituato a non far calare le scelte in modo così devastante sui territori o perlomeno tutto non avveniva in modo così diffuso ed impopolare.La questione primarie, pur con una tempistica così stretta, avrebbe potuto mitigare certe diffidenze e magari riavvicinare ed invece là si è banalmente evitata.Così adesso in alcune realtà non sembra strano il sentore di vere e propri ammutinamenti fino dalle prime notizie sulle candidature arrivate da Roma.È mancata la minima gratificazione anche nel rendere partecipi nella comunicazione anticipata delle liste,anche questo momento importante che adesso riduce ancora di più sentimento di appartenenza ad una comunità ridotta davvero a comitato elettorale.A Prato, per esempio, segretari di circolo hanno reso pubblico sui social un malessere per le scelte fatte dopo che si era ventilato la candidatura della ministra Lorenzin.La soddisfazione perché sia stata tolta e spedita nel modenese è durata ben poco, da Roma la sostituzione ha portato in un collegio apparentemente sicuro Della Vedova, liberare della Bonino ma che ha attraversato nel corso degli anni tutto l’arco costituzionale. A Taranto intanto la sede della segreteria provinciale è stata occupata da un gruppo di iscritti assolutamente ostili alla candidatura come capolista del segretario provinciale barese Ubaldo Pagano.Sono in corso riunioni straordinarie per esaminare la situazione. Tra i più scatenati il parlamentare uscente Ludovico Vico che non ha trovato posto nella lista dei candidati.Vecchi e nuovi rancori emergono insieme a gelosie inconfessate qui come altrove. Gioca in questo caso il suo ruolo una dose di campanilismo che pure esiste e nei giochi a tavolino non hanno minimamente considerato.Naturale che oltre ai vertici nazionali dem, critiche pesanti siano state rivolte anche al segretario provinciale Giampiero Mancarelli, accusato di non aver rappresentato adeguatamente le istanze del territorio sulla rappresentanza. C’è già chi ha chiesto le sue dimissioni.E questo, l’accusa di una eccessiva sottomissione, fra l’altro emersa senza alcun confronto neppure all’interno dei territori, è una accusa diffusa in tutto il Paese.Accusa pesante considerata la tradizionale propensione al confronto che oggi si è preferito non percorrere scegliendo il calcolo, gli studi a tavolino fra esperto e fedelissimi.Chissà se “Occupy Pd” , adesso non torni di moda, ma forse tutta la serie di diaspore non ha lasciato più neppure questa ultima energia.