MA QUALI RIVOLUZIONARI?
Ma quali rivoluzionari, ma quali visionari o sognatori?Ma quali barricadieri?Ma quali utopisti da salotto?A Torino sono scesi in piazza, non solo contro la Tav Torino Lione ma contro una visione che di fronte alle “opere grandi” di cui avrebbe necessità il Paese offre Grandi Opere che per la maggior parte sono inutili e dannose.Un mondo che non vorrebbe una contrapposizione di schieramento ma che chiede di rivedere le scelte che in molte parti d’Italia hanno considerato le Grandi Opere unica occasione di sviluppo.Un mondo che non chiede l’immobilità ma sottopone piuttosto altri di tipi investimenti: nella tutela del territorio, nella scuola, nel ricondizionare quanto corre il rischio di franarci addosso.Naturale la soddisfazione nel vedere, oggi a Torino queicentomila, quei giovani allegri, colorati e convinti.Quelle famiglie fiduciose che sperano in una nuova politica.Quegli anziani che vogliono lasciare alle nuove generazioni un Paese migliore di quello ricevuto in custodia.L’appello lanciato dal palco della manifestazione No Tav di Torino da Alberto Perino, leader storico del Movimento che si oppone alla Torino-Lione è chiaro: “Chiediamo che tutto questo abbia fine, lo chiediamo conforza al M5S perché l’avevano scritto nel loro programma. Ci rendiamo conto – ha detto – che non sono soli al governo ma gli chiediamo di resistere e portare a casa quello che hanno promesso. Non accettiamo nessun tunnel. La Tav Torino-Lione non è mediabile, si può solo non fare o ci troverete tutti davanti alle vostre ruspe, basta voler far circolare le merci e far crepare i migranti in montagna e in mare – spiega Perino – Non accettiamo più di essere considerati dei sudditi, siamo dei cittadini pensanti che hanno delle pretese e pretendono di essere ascoltati. Sappiamo perché siamo qui, perché siamo No Tav, ci interessa fermare questo spreco assurdo e idiota che non possiamo permetterci. Hanno voluto fare l’analisi costi benefici, bene, ma non ci basta, e se è fatta in modo serio non potrà che dare un solo risultato: l’opera economicamente è insostenibile, inutile e devastante per l’ambiente. È ora di fermare questo spreco”.
