E LULA RINGRAZIA D’ALEMA

Lula libero ringrazia Massimo D’Alema, uno dei pochi politici italiani che si è subito esposto in sua difesa. Mentre tanti che amano definirsi di sinistra sinistra hanno subito coltivato il seme del sospetto e della presa di distanza.Una vita intera e un impegno chiaro sostenuti da più fatti e confermati da più parti messi in discussione da un processo maturato in un contesto quello si molto dubbio.Quante volte è accaduto in questo paese anche con politici nostrani? Il problema non è essere garantisti o giustizialisti, con la magistratura o contro la magistratura ma riuscire a ponderare di volta in volta, caso per caso, tenendo presente la vicenda processuale e la storia personale. Non è facile per niente, soprattutto quando l’informazione non fa il suo mestiere. Ma tocca provarci. A furia di buttare via,senza discernere, i bambini buoni insieme all’acqua sporca intorpidita dalle pagliuzze, ci siamo ritrovati le travi marce al potere.Massimo D’Alema l’ho combattuto come avversario politico tutte le volte che le sue posizioni non erano le mie (per esempio sulle elezioni regionali in Puglia prese una cantonata anche se va detto pure che a guidare certe scelte fu Letta E.) ma allo stesso tempo l’ho sempre considerato e lo considero intelligente, preparato, capace di analisi politiche come pochissimi e soprattutto, pur tra errori, politico col senso dello Stato. Quello che manca alla banda larga di bulli che lo ha rottamato.Per inciso non ho mai creduto che Romano Prodi sia stato tradito da Massimo D’Alema né come Presidente del Consiglio né come Presidente della Repubblica (anzi, fu uno dei pochi a metterlo di fronte alla realtà di un tradimento già consumato) come del resto, con 20 anni di ritardo, inizio a dubitare che il primo governo Prodi sia cascato per colpa di Fausto Bertinotti. 20 anni fa mi mancava di sapere che ruolo può avere l’informazione nel costruire uno storytelling e perfino nel far scendere in piazza o meno le persone.