SKY ARTE RICORDA SORDI CON UN DOCU-FILM IN ONDA IL GIORNO DI PASQUA

SKY ARTE RICORDA SORDI CON UN DOCU-FILM IN ONDA IL GIORNO DI PASQUA

“Siamo tutti Alberto Sordi?” A 100 anni dalla nascita, per festeggiarlo, se lo chiede SKY Arte, e in streaming con tutto il mondo, in un docu-film di Fabrizio Corallo, domenica di Pasqua 12 aprile.(Toto Torri) A 17 anni (24 febbraio 2003), dalla morte e a 100 anni dalla nascita di Alberto Sordi, avvenuta nella  sua villa Romana di Via Druso, ai piedi delle Terme di Caracalla, San Pietro e Colosseo a vista, dove abitò per circa 50 anni, in compagnia della amatissima sorella Aurelia, sono decine e decine le manifestazioni e gli eventi in onore del più prolifico e qualitativo attore italiano. Più di 300 film e appuntamenti televisivi, una ventina da regista e protagonista, di cui tre con la splendida e brava ironica Monica Vitti: ”Amore mio aiutami, Polvere di stelle, Io so che tu sai, che io so”,che ebbero strepitoso successo, proprio in quegli anni ’70, l’attore romano già popolare e famoso, continuò una escalation di successi, nessuno come lui, riuscì lontanamente a sfiorare il suo record, anche se in quegli anni, viaggiavano sul nostro schermo, signori come Gassmann, Manfredi, Tognazzi, e il più giovane, il ciociaro Marcello Matroianni, che esplose letteralmente e diventò una star internazionale, nel 1960, in quel primo capolavoro di Federico Fellini e anche per lui, sono iniziati grandi festeggiamenti e omaggi a Rimini dal cinema Fulgor e in tutta Italia, il regista avrebbe compiuto cento anni. Marcello Mastroianni, con quel suo ruolo di giornalista stanco e annoiato nel film di Federico “La dolce vita”, si impose all’attenzione, diventando una star internazionale. Quella “Dolce vita” precorse i tempi, fece discutere la critica mondiale e fu boicottato in maniera feroce, dalla vecchia Curia romana, bacchettona e conservatrice. Invece per la ‘prima’, a Milano, il pubblico fece la fila e quel film riscosse grande successo. “La Dolce vita” è un film storico, rivoluzionò il concetto di creare cinema e come girare. L’anno successivo vinse il Palmares d’Oro, il massimo riconoscimento al Festival internazionale del Cinema di Cannes.Alberto Sordi, che ha vinto tutto, Fellini lo capì subito e fu un po’ il suo mago lo impiegò, nei primi importanti ruoli , protagonista ne “Lo sceicco bianco “ del 1952, che precedendo i tempi, non fu capito e ne “I Vitelloni” del 1953, dove la maschera triste, patetica, grottesca dell’attore romano, fu molto apprezzata dalla critica e dal pubblico. Quello fu il primo segnale di quali potenzialità era dotato Alberto Sordi, Monicelli ne fece un gigante, vinse il David e altri importanti riconocimenti ne “La grande guerra” e attore drammatico, nel “Borghese piccolo piccolo”, dove Sordi, dimostrò le sue molteplici doti, dando una prova magistrale, drammatica performance, che fece piangere molto pubblico in sala. In quella occasione , l’attore coniò: ”Dietro la maschera di un comico, c’è sempre una lacrima” che è rimasto nella storia del Cinema.Il romano di Trastevere, nacque in via San Cosimato 7, dove la famiglia fu cacciata, padre musicista al Teatro dell’ Opera di Roma, la madre un insegnante elementare, una Righetti, ciociara di Sgurgola, un paesotto di contadini arroccato sotto un montagna a 60 chilometri da Roma in provincia di Frosinone.Alberto aveva10 anni, quando le autorità ecclesiastiche, cacciarono la famiglia Sordi, per far posto ad un palazzo varicanense: “La sacra Congregazione”.Ad appena 16 anni, il giovanissimo Alberto inizia la sua gavetta artistica, registrò per la Fonit, un disco di favole e con quei soldini andò a Milano. dove si iscrisse ad una seria scuola di recitazione , dalla quale fu cacciato, perché parlava romanesco e diceva guera e non guerra, “me se strozza in gola”.Alberto, ritornò nella capitale, abitando sempre in Trastevere in Via dei Pettinari. Il giovanotto amava la sua città e i suoi concittadini, in maniera viscerale e in una delle sue ultime lettere appasionate per la sua città, indirizzata alla sorella Aurelia, dichiarò che”Roma non è la città delle noccioline… Roma, non è neppure na’ città, è un sentimento, un’emozione, una vibrazione, un’atmofera e se tu che non sei romano provi ad immegerti, allora sì, che forse potrai capìre sta città unica al mondo”.Alberto, guai chiamarlo Albertone, lui era Alberto, in onore del suo terzo fratello battezzato Alberto che morì piccolissimo.L’attore un grande romano, ma soprattutto un grande italiano, nei suoi circa trecento film e partecipazioni televisive, fu un attore, regista, autore,musicista, cantante, doppiatore, soggettista , televisivo e radiofonico come “Gli amici della Parrocchietta” retaggio di quando frequentava l’oratorio.Regista di successo in 20 film, per tre volte, diresse la splendida e bravissima Monica Vitti in “Amore mio aiutami”, del 1969, “Polvere di stelle” e ”Io so che tu sai che io so”, su musiche meravigliose di Piero Piccioni, il musicista con il quale Sordi realizzò famose colonne sonore. Sordi radiofonico e con il Teatro in “ Baraonda” dove prima donna era la vamp Wanda Osiris, che paludata di piume e lustrini, scendeva le scale del palcoscenico sussurando “Sentimental”, il bel giovanotto romano con cilindro e bastone, dava strada alla star ed era già primo boys della compagnia.Per Alberto, tutte le discipline dello spettacolo, non hanno avuto segreti, provetto sceneggiatore, soggettista, doppiatore, attore, regista, conduttore, con la sua acuta ironia, fu un romano, galantuomo, onesto e cperente. Alberto, ha descritto con grandi prove cinematografiche, le doti, i tic e i vizi dell’italiano medio, dando vita ad una galleria di personaggi che la critica identificò come assimilabili all’italiano della gente del popolo. Alberto recitò con caratteristiche ricorrenti e tendenzialmente prepotenti con i deboli e servili con i potenti. È una realtà che noi stessi abbiamo vissuto professionalmente. Non ci stupisce, nei vari mestieri praticati si sono avvicendatii personaggi, miseri,gente scienza del nulla. Alberto sullo schermo, ha portato validi esempi come nel “Il dottor Terzilli, il medico della mutua”, ha composto musiche famose, valido doppiatore, la Major americana MGM lo scelse per doppiare Oliver della famosa coppia Stan Lauer. Lo assunse un esperto direttore del doppiaggio americano, anche se a volte Sordi cedeva al romanesco, ma per quel manager della celrebre MGM, Sordi era umano, dava emozioni, geniale per loro.Coma la fesseria raccontata del suo braccetto corto è stato al contrario un grande benefattore per vecchi, bambini, poveri, ammallati cronici, e tutto fu operato nell’assoluto silenzio. E’ storia che mentre altri colleghi banchettavano, si divertivano, Sordi girava due film nello stesso periodo e accadde per molti anni. Basta scorrere la sua filmografia, girava 4 anche 5 film l’anno, un record.Alberto è rimasto tuttora nel cuore della gente e non solo romana, ma dell’Italia tutta e fidatevi i romani non sono nelle loro corde, ma lui è riuscito a far breccia con il suo talento, la sua umiltà e ironia.Fabrizio Corallo, noto gionalista di qualità, non a caso ha titolato il suo docufilm”Siamo tutti Alberto Sordi?” Sky Arte e in streamIng su Now TV , ricevibile in tutto il globo, ha prodotto e messo in rete il giorno di Pasqua alle 21.15, in collaborazione della Dean Film e Surf Film, Istituto Luce, su SKY Arte e in Streaming su Now Tv. Lode per Fabrizio Corallo, che nella grande antologia del cinema di Sordi, è riuscito a scegliere e a portarci sullo schermo il meglio, l’essenza, il significato dell’attore romano, che alla sua morte è stato omaggiato da più di due milioni di romani – italiani, che spararono nel cielo turchino della capitale: “Arbè, sta vorta ciai fatto piagne”.