TRACCIABILITÀ E SMART WORKING, QUESTE LE SOLUZIONI PER ABBATTERE IL CORONAVIRUS. SOLUZIONI FATTIBILI E COME?

TRACCIABILITÀ E SMART WORKING, QUESTE LE SOLUZIONI PER ABBATTERE IL CORONAVIRUS. SOLUZIONI FATTIBILI E COME?

Ho capito bene?Per battere il coronavirus vorrebbero “tracciare” gli spostamenti degli italiani tramite telefonini, app e internet?E in più in Italia si ha intenzione di sviluppare lo “smart working”?E come? L’Italia è oggi, in Europa, al 24° posto in quanto a sviluppo della rete internet.Ventiquattresimi su 28 Paesi. Che significa quart’ultimi: dopo di noi Bulgaria, Romania, Grecia.Insomma, dove vogliamo andare?Come possiamo lavorare da casa?Tra l’altro, secondo i dati Istat, il 33,8% delle famiglie italiane nemmeno possiede un computer.E non tutti gli italiani abitano tutti nelle grandi città, dove i collegamenti con la rete sono migliori.E poi come vorrebbero tracciare i potenziali untori di Coronavirus?Con l’attuale rete internet italiana? Oggi tutti sono d’accordo che l’Italia deve accelerare il suo processo di informatizzazione, omettendo di dire che l’Italia, nei primi cinque-dieci fondamentali anni, ha proprio volutamente frenato lo sviluppo della rete.Vi ricordate quando per accedere ad internet da un bar o da un internet point bisognava consegnare un documento di identità, con il commerciante che era obbligato, dalla legge allora in vigore varata dal Governo Berlusconi (ministro Scajola, Forza Italia) a conservare (lui! un privato, padrone del bar o dell’internet point!) sotto la sua responsabilità, per CINQUE ANNI, i dati “sensibili” (nome, cognome, indirizzo di residenza, numero del documento) di tutto coloro che si collegavano alla rete internet, dati che venivano trascritti a mano su patetici fogli di carta di un quaderno?E infatti i commercianti non intendevano proprio correre rischi e in Italia, poco per volta, scomparvero presto i pochi “internet point” presenti, e diventò quasi impossibile collegarsi decentemente alla rete Internet fuori dalle abitazioni private. Poi il ministro dell’interno Pisanu, successore di Scajola, fece un viaggio in Israele, dove il collega ministro dell’interno israeliano, facendosi una risata, gli disse che c’era un modo meno “borbonico-savoiardo” per “controllare” chi si collegava alla rete.Come se non fosse bastato, mentre la “politica” temeva lo sviluppo della rete e di non poterla controllare, contemporaneamente Berlusconi aveva paura che internet togliesse spettatori alla televisione.Perché non aveva ancora capito le potenzialità del digitale e nessuno gli aveva detto che – così come accadeva già in moti Paesi esteri – la tv si sarebbe vista (con qualità perfetta) sempre più tramite/grazie a internet. Così, mentre negli altri Paesi europei la rete internet galoppava sviluppandosi parallelamente la diffusione della fibra ottica, noi ci collegavamo ancora attraverso i cavi di rame del telefono e grazie ai modem “a manovella”: quelli che, quando si accendevano e si collegavano, gracchiavano e fischiavano.Lo ricordate? Ecco dunque perché l’Italia, in quanto a diffusione della rete Internet, oggi, nel 2020, è appunto al 24° posto su 28 Paesi europei.Siamo messi male, insomma.Molto. Anche se arrancando un po’ pateticamente, oggi cerchiamo di avvicinarci al resto dell’Europa. Che, forse, non raggiungeremo mai più.Ormai. Però qualcuno oggi ha il coraggio di inneggiare allo “smart working” o di “tracciamento” di eventuali contagiati.Come direbbe Antonio De Curtis, Totò, facendosi una grassa risata, “ma mi faccia il piacere!!”.#internet #coronavirus #tracciamento #rete #datipersonali