COME ABBATTERE IL MURO DEL DEBITO

COME ABBATTERE IL MURO DEL DEBITO

Come superare il Muro del Debito? Da due economisti francesi una proposta che potrebbe essere interessante, un’alternativa agli eurobond così avversati da Germania e Olanda. L’abbattimento del debito apparirà tra qualche tempo l’unica strada percorribile davanti alla crisi del secolo, All’indomani della seconda guerra mondiale Germania, Francia e Gran Bretagna avevano un debito pubblico tra il 200% e il 300% del loro Pil. Questi debiti furono progressivamente assorbiti da una combinazione di annullamenti puri e semplici, dalla crescita dell’inflazione e dal conseguente deprezzamento del debito e da prelievi eccezionali sui patrimoni (Germania e Giappone).Su “Le Monde” di domenica due economisti, Laurence Scialom e Batpiste Bridonneau (Università Paris-Nanterre) propongono un annullamento parziale dei debiti pubblici detenuti dalla Bce. Mentre gli eurobond richiedono l’unanimità, la Banca centrale europea può prendere decisioni senza il consenso generale, come fece Mario Draghi nel 2012 con il famoso “whatever it takes” superando l’opposizione del presidente della Bundesbank Jens Weidmann.Inflazione e crescita, scrivono i due economisti, purtroppo in questa fase non ci possono essere d’aiuto a diminuire il peso del debito pubblico che poi è quello che penalizza l’Italia sui mercati e determina la sfiducia dei suoi partner del Nord Europa. Con la pandemia il rischio maggiore è quello della deflazione di una decrescita generalizzata dell’economia. Inoltre la zona euro condivide una moneta comune senza però avere un debito pubblico federale, il che ovviamente penalizza gli stati più indebitati.L’idea degli eurobond, garantiti da tutti gli stati membri dell’euro, dovrebbe in parte rimediare a questa situazione ma viene avversata da Germania e Paesi Bassi che non hanno nessuna intenzione di condividere i debiti degli altri e affrontare le critiche di un’opinione pubblica fortemente prevenuta nei confronti di Paesi come il nostro. Per addolcire la pillola lo hanno chiamato “rischio morale”. La verità è che la crisi da coronavirus non colpisce allo stesso modo le “cicale” e le “formiche” d’Europa: rischia però di creare un crollo del mercato europeo e della sua economia proiettando una luce inquietante sulla mancanza di solidarietà da parte dei Paesi del Nord.In realtà oggi l’Unione sconta un problema di tenuta di lunga data: l’Europa non ha una politica estera e di difesa comuni, oltre che una politica fiscale comune. Sono mancanze gravi, rese sempre più evidenti poi con l’assorbimento di Paesi dell’Est che come l’Ungheria o la Polonia vanno fuori dai binari democratici. Invece di alzare lo standard lo abbiamo abbassato, inutile nasconderselo.I Paesi del Nord stanno quindi cercando di comprare tempo ed evitare di sborsare soldi veri per il recupero delle economie meno brillanti come la nostra. Viene quindi proposto il Mes, il fondo salva stati, come soluzione alternativa agli eurobond, concedendo il ricorso senza condizioni soltanto per le spese legate alla sanità. Una proposta che per ora l’Italia ha rifiutato.I due economisti francesi quindi avanzano la soluzione di una annullamento parziale del debito che consenta dei margini di manovra maggiori anche agli stati del Sud Europa. Mettono solo una condizione: che le risorse siano dedicate a breve termine per il sostegno dell’economia e dell’occupazione ma che si prevedano anche dei programmi a medio e lungo termine per una riconversione ecologica delle nostre economie, con l’obiettivo di preservare il clima, l’ambiente e la salute pubblica.La Bce intanto cerca di salvare il salvabile con il programma di acquisto di titoli obbligazionari pubblici e privati (PEPP) per un totale di 750 miliardi di euro sino a fine anno, con l’obiettivo di prevenire crisi di liquidità delle imprese ed agevolare i governi a fronteggiare le proprie spese correnti. Insomma da lì dobbiamo tirare fuori i soldi per pagare stipendi pubblici e pensioni.Se a marzo Christine Lagarde aveva attirato le ire dell’Italia intera quando aveva detto “non siamo qui per chiudere gli spread”, nella realtà dei fatti la Banca centrale europea quest’anno si comporterà in maniera diametralmente opposta rispetto a quelle sciagurate parole: l’Eurotower sarà infatti l’unico vero argine per evitare l’aumento dello spread tra BTp e Bund. Sono in arrivo emissioni nette dello stato tra 100 e 150 miliardi di euro, che saranno quasi interamente comprate dalla Bce. Insomma per sopravvivere ci stiamo indebitando sempre di più.Per questo _ per non trovarsi ancora con l’acqua alla gola _ serve un altro passo e si potrebbe perseguire con coraggio la strada indicata dai due economisti francesi per un condono parziale del debito. Ma oggi, qui in Europa, chi ha davvero coraggio?