È COMPITO DEGLI ADULTI EDUCARE E DARE REGOLE CHIARE AI RAGAZZI

È COMPITO DEGLI ADULTI EDUCARE E DARE REGOLE CHIARE AI RAGAZZI

Il pezzo del collega Gianni Santucci fa venire due domande, sulla festa che ha provocato casino all’università Statale. La prima: perchè, se la festa non era autorizzata, l’ateneo non ha fatto subito richiesta formale alla polizia di intervenire, nel primo pomeriggio, quando ancora c’erano solo dieci ragazzi del collettivo e iniziavano ad arrivare casse di alcool e amplificatori? DOPO, durante la festa, con centinaia di persone, fare entrare la polizia in ateneo come nel ’68 sarebbe stato un brutto messaggio, siamo d’accordo, ma prima qualcosa di risolutivo non si poteva fare, coerente con la linea decisa – se era quella di impedire la festa ?La seconda: gli altri anni, quando la festa di Halloween era autorizzata, succedeva lo stesso identico rebelott (sporcizia, rifiuti), nessuna pubblicazione di foto denuncia era stata fatta dall’ateneo, ma il giorno dopo gli organizzatori della festa – riconoscibili perchè autorizzati – dovevano partecipare alle pulizie con l’aiuto di un’impresa. Non é una procedura civile e fattibile, questa? Chi sporca, pulisce (ed eventualmente paga anche i danni con i soldi dei biglietti d’ingresso).A monte, comunque, un pensiero: dare fiducia ai ragazzi, insegnare loro ad assumersi la responsabilita di ció che si sbaglia ed educarli al rispetto con regole chiare è compito nostro (meraviglioso e difficile). Nostro, di noi adulti che li “governiamo” e dobbiamo dare l’esempio.***di Gianni SantucciDue ore di telefonate, di ricerca di una mediazione, di richiesta di un intervento della polizia. Anche se quelle richieste, per tutto quel tempo, non sono state mai «formalizzate». Potrebbe apparire burocrazia, ma non lo è: perché è dal Sessantotto che le forze dell’ordine non entrano in un’università senza la richiesta del rettore. Per capire cosa è accaduto nella notte di Halloween, con migliaia di ragazzi che hanno occupato la Statale per una mega festa abusiva, bisogna riavvolgere la cronaca di qualche ora e tornare al pomeriggio. Nella notte era ormai impossibile sgomberare l’ateneo. La chiave però sta tutta in quel che accade molto prima, intorno alle 16, quando il rettore Elio Franzini dà l’ordine di chiudere i cancelli in anticipo per scongiurare l’evento annunciato da giorni e non autorizzato. In quel momento un gruppetto di qualche decina di ragazzi resta all’interno e fa capire che non uscirà. Sono una sorta di «testa di ponte», grazie alla quale un cancello pedonale resta aperto e altri ragazzi iniziano a scaricare alcol e materiali per la musica.Perché, dunque, nessuno è intervenuto? E perché non è stato fatto in quel momento, quando all’interno c’era solo una piccola pattuglia d’avanguardia (gli organizzatori della festa)? La risposta a questa domanda ha provocato una polemica inedita per la recente storia milanese, con il rettore Franzini che ha denunciato pubblicamente e con veemenza di essere «rimasto isolato» di fronte all’illegalità. Polemica che di fatto si è chiusa a metà pomeriggio di ieri, quando il questore Sergio Bracco ha incontrato il rettore.Si torna dunque alle 16 del 31 ottobre. L’università chiude, gli «occupanti» restano dentro. La Digos della questura è già allertata e controlla quel che sta accadendo. Il rettore Franzini chiede di impedire la festa. La risposta è semplice: «Per intervenire in università serve una richiesta formale», e quella richiesta comprende che poi la questura, per far rispettare la legge, oltre la mediazione potrebbe dover impiegare il Reparto mobile, sia per far uscire gli occupanti, sia per impedire gli accessi. E questo è uno scenario che il rettore Franzini rifiuta, così si ritrova ad osservare impotente i fornitori che scaricano i materiali per la nottata. L’ipotesi di una «terza via» dunque, quella che poi il responsabile della Statale ha chiesto con risolutezza nella sua presa di posizione pubblica («Per riflettere insieme»), non è mai stata praticabile. Perché di fronte agli organizzatori già all’interno e a una massa di ragazzi in arrivo, vietare l’evento avrebbe implicato necessariamente la presenza delle «divise» all’interno e fuori dall’università.L’ipotesi è che in futuro eventi del genere possano essere gestiti in anticipo e attraverso il dialogo. Sull’ultima notte di Halloween intanto la ha Procura aperto un’indagine per violazione delle norme di sicurezza e invasione di edificio pubblico. Il fascicolo «a modello 44», contro ignoti, è coordinato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. A breve verrà ascoltato anche il rettore Franzini, che nel frattempo ha firmato la denuncia contro l’«occupazione» .