ISRAELE. UNITA’ 81, A META’ STRADA FRA MISTER Q. E MACGYVER

Un interessante articolo del giornalista israeliano Nahum Barnea, pubblicato sull’inserto settimanale del popolare e autorevole quotidiano Yedioth haHahronot, ci da la possibilità di dare una fugace sbirciata su una delle unità più segrete e per questo meno conosciute dell’esercito israeliano. Si tratta dell’unità 81, alle dirette dipendenze del servizio informazioni dell’esercito e in stretto contatto con le principali forze d’elite dell’IDF. Il corpo in questione può essere paragonato a qualcosa a metà fra la leggendaria sezione Q dell’ MI6 britannico e il solitario agente operativo MacGyver, in grado di risolvere qualsiasi problema con il solo ausilio di un coltellino svizzero e del nastro adesivo. Nonostante le sue enormi potenzialità logistiche e operative l’esercito israeliano è stato tenuto molto in disparte, lasciando al Ministero della Salute la gestione dell’emergenza Covid 19. Ma molto velocemente si è capito che in una situazione del genere, dove i dati a disposizione erano estremamente fluidi e i materiali e i macchinari da recepire stavano diventando cosa rara, l’ingegno e la capacità di adattamento a situazione difficilmente imprevedibili erano qualità da valorizzare. Ed ecco che a tempo di record sono state sviluppate tecnologie e macchinari in grado di tappare le falle di un sistema ministeriale burocratico e troppo accentrativo. E’ stato il servizio informazioni dell’esercito il primo che è riuscito a monitorare in tempo reale i focolai di contagio, il 30% dei malati provenivano dalle sinagoghe e altri luoghi di culto, o il fatto che i cittadini israeliani rimpatriati dall’estero non passassero un accurato controllo medico e non venissero trasferiti immediatamente negli appositi alberghi trasformati in luoghi di quarantena cautelare. La sezione tecnica ha sviluppato dei particolari kit di controllo ad un prezzo contenuto. L’esercito è in grado di effettuare 10.000 tamponi giornalieri e consegnare i risultati entro 24 h. In sole 4 settimane, partendo letteralmente da zero, ragazzi completamente a digiuno della tecnologia e dell’esperienza necessaria, sono riusciti a sviluppare dei respiratori ad un costo di 4.500 USD a fronte dei 70.000 di quelli commerciali, ancora adesso difficilmente reperibili sul mercato internazionale. Stiamo parlando di un’atrezzatura compatibile con i rigorosi standard della Food and Drug Administration Statunitense. Per supplire alla mancanza di mascherine si è fatto uso dell’Intelligenza della folla, dopo aver ricevuto più di 50 proposte da soldati e familiari, è stata scelta in poche ore quella giudicata più efficace. Una mascherina formata da due strati di Percalle, riciclabile, lavabile e sterilizzabile. Il servizio parla di altre soluzioni più o meno tecnologiche a costi molto limitati. Non tutti i prototipi verranno messi in produzione, ma l’articolo da l’idea della velocità e della duttilità con cui l’esercito è in grado di fronteggiare situazioni di emergenza non necessariamente militari. Per il momento Israele sta fronteggiando il Corona virus in maniera più che soddisfacente, su una popolazione di 9 milioni di abitanti sono stati accertati più di 13.000 casi con un numero di morti che supererà in serata le 160 unità. Con simili dati Israele si prepara ad allentare la morsa già da domani (in Israele la domenica è un giorno feriale) con l’intenzione di tornare entro un mese ad una certa forma di normalità. L’economia è rimasta molto colpita dalla lotta al Covid, da una percentuale di disoccupati che si attestava attorno al 4% si è passati in poco più di un mese ad oltre il 25%. Nonostante che nessuno dei membri del governo israeliano abbia mai letto Manzoni, anche qui ci si affida alle sagge parole di Antonio Ferrer: “Pedro, adelante con juicio”.