FACCIAMO CHIAREZZA. ESISTE LA NUOVA LEGGE ELETTORALE?
In questi giorni di aperta crisi di governo mentre gli italiani brancolano nel buio, mentre ci si domanda quante e quali lacrime verseremo con la nuova finanziaria, mentre il Parlamento è ridotto a macchietta da AVANSPETTACOLO, si sbandiera il voto.Il VOTO che, secondo la casacca di chi lo guarda, appare ora come vessillo di estrema libertà ora come spauracchio.Impossibile in questo momento storico conferire al concetto “elezione” una valenza oggettiva. ELEZIONI.Le ultime “libere” di fatto sono state espletate su basi normative ILLEGITTIME perché le norme disciplinanti le stesse sono state dichiarate parzialmente INCOSTITUZIONALI.Quindi, insediatosi il nuovo governo giallo verde, inizia la cosa più doverosa da fare: redigere una nuova legge elettorale. Domanda: ma non c’erano pentastellati idonei a predisporre un testo normativo che avesse tutti i crismi della LEGITTIMITÀ? Probabilmente no. Se la nuova legge elettorale reca la firma di esponenti leghisti e fra questi … indovinate un po’? Sì avete indovinato: il padre del “porcellum”, quel CALDEROLI che firmò già una legge elettorale parzialmente incostituzionale.Quindi non paghi dei danni precedenti, si è deciso di perseverare. Ma si sa. In Parlamento ormai il motto è “perseverare è diabolico”.Vede la luce il ROSATELLUM TER … un nome una garanzia, in quanto figlio di un “rosatellum” che tanta instabilità ha regalato alle italiche urne.Ma, come ogni legge italiana che si rispetti, doveva necessariamente essere ingarbugliata e foriera di danni futuri, altrimenti non sarebbe stata presa in considerazione.Forse ne erano ben consapevoli i redattori e gli approvatori al punto che la discussione passò quasi in sordina. Oggi pochissimi italiani sanno che la “nuova” legge elettorale, già da tre mesi, campeggia in Gazzetta Ufficiale.Ma è un’anomalia tutta italiana il fatto che neppure l’opposizione abbia lanciato anatemi e strali contro un testo palesemente lacunoso.Legge elettorale: FATTA!Il Governo del Cambiamento l’ha “raffazzonata” al massimo delle proprie CAPACITÀ. Come è questa legge?Questa è un’altra storia e la scopriremo vivendo. Andiamo alla storia del “testo di legge”: il 13 maggio 2019 è stata varata la nuova legge elettorale. Maggioranza giallo/verde compatta sul testo licenziato.Passata quasi in sordina con un nome evocante i fasti dell’immediato passato: “Rosatellum ter”, relatore e redattore tal Calderoli di carroccesca provenienza.Con un particolare, anzi più di uno.È una legge elettorale STRETTAMENTE COLLEGATA alla approvazione della legge di revisione costituzionale che prevede il TAGLIO del numero dei parlamentari.Si innesca un equivoco che artatamente i politici non stanno chiarendo.La gente pensa che la riforma costituzionale sia la legge elettorale nuova, perché di quella approvata non ha alcuna contezza. È vero “ignorantia legis non excusat” ma, ove fosse stato, come sarebbe dovuto essere, un provvedimento epocale, non avrebbe dovuto avere una cassa di risonanza mediatica senza precedenti in una Italia desiderosa, finalmente, di urne capaci di dare RESPONSI LEGITTIMI? Quindi si ristabilisce un ordine normativo: la legge di revisione costituzionale sul numero dei parlamentari non è la legge elettorale.Ma le due, e qui sta l’inghippo e la confusione, sono strettamente legate, A FILO DOPPIO, si potrebbe tranquillamente dire.Viene da osservare: ancora una volta una riforma costituzionale strettamente connessa con una legge elettorale atta a garantire maggioranza schiacciante in parlamento.Sì, perché i seggi previsti nella legge elettorale saranno assegnati in rapporto al numero dei parlamentari.Avete compreso? Sì, una legge elettorale, basata su un numero di parlamentari ridotto che deve, però, essere ancora deciso con l’approvazione della legge di riforma costituzionale! “La condizione, in diritto, è un avvenimento futuro ed incerto, al verificarsi del quale è subordinata l’iniziale efficacia di un negozio giuridico o di una sua clausola (condizione sospensiva), oppure la cessazione degli effetti del negozio giuridico o di una sua clausola (condizione risolutiva).” (cfr. WikipediA)Estendendo il concetto verrebbe da dire che è una legge elettorale sottoposta A CONDIZIONE del verificarsi di un avvenimento FUTURO e INCERTO.In questa “innovativa” legge elettorale si mantiene la proporzione tra i seggi assegnati con il maggioritario e quelli assegnati con il proporzionale. Perché aspettare la riforma costituzionale per far divenire operativa la legge elettorale, promulgata, peraltro, prima della definitiva approvazione della riforma? La nuova legge elettorale passata, si ribadisce, con il voto favorevole di Lega e M5S, mantiene il sistema misto proporzionale-maggioritario della precedente normativa. I seggi saranno assegnati in rapporto al numero dei parlamentari. Si mantiene la proporzione tra i seggi assegnati con il maggioritario e quelli assegnati con il proporzionale. Come maggioranza parlamentare a pochi partiti che si spartiranno, così, i rappresentanti.Non si migliora attraverso questi sistemi una struttura democratica, la si MENOMA. E qui si innesta la legge di riforma costituzionale. Se passa questa riforma costituzionale, secondo costituzionalisti e tecnici, il Parlamento diverrà solo un MERO RATIFICATORE di provvedimenti già confezionati.La motivazione principale addotta per la riforma costituzionale messa in piedi dal governo giallo/verde è la riduzione dei costi dei parlamentari.Un pallino legittimo quello che aveva animato i pentastellati. Ma anziché agire con la più logica abolizione del VITALIZIO e delle PENSIONI come venne convertito il privilegio a far data dal 2012, si è cercata un’altra strada che, conoscendo la furbizia dell’ormai ex compagno di governo, non si sa quanto LEGITTIMA e COERENTE.Anziché riportare il vitalizio/pensione all’antica sua natura di indennità come previsto dall’art. 69 della Costituzione, si è pensato bene di tagliare il numero dei parlamentari. Per potere modificare la Costituzione occorre una procedura “aggravata” con due passaggi per ciascuna Camera e un voto per essere definitivo, di due terzi della compagine di entrambi i rami del Parlamento in tutte le votazioni. Se ciò non accade la legge che passa a maggioranza assoluta, viene pubblicata, resta in standby per tre mesi e se viene richiesto in questo arco temporale il referendum, deve sottoporsi al vaglio del POPOLO SOVRANO, altrimenti il decorso inutile del trimestre comporterà l’entrata in vigore della riforma.Per rendere applicabile al futuro, quindi alla auspicata riforma costituzionale, la nuova legge elettorale, sono stati modificati i seggi da attribuire nei collegi uninominali.La riduzione dei deputati e dei senatori insieme a questa ennesima legge elettorale sgombera il cammino verso un vero e proprio ACCENTRAMENTO DELLE DECISIONI, di appannaggio quasi esclusivo dell’esecutivo, fino al rischio non peregrino di ribaltare l’assetto istituzionale sancito dalla nostra Costituzione.Il perfetto bilanciamento fra le due Camere, voluto dai “Padri Costituenti” nasceva proprio dalla esigenza di tutelare in ogni suo aspetto e funzione la RAPPRESENTATIVITÀ e, conseguentemente, la TENUTA DEMOCRATICA dello Stato. La sinergia fra legge elettorale e riforma costituzionale porterebbe, e questo è l’allarme più accreditato fra le forze di opposizione e critici della normativa, alla PRECLUSIONE in diverse regioni di una SIGNIFICATIVA RAPPRESENTANZA dei territori più piccoli, delle regioni più piccole.Assottigliandosi il numero di rappresentanti, i territori più piccoli ne avranno di meno. La riforma sarà discussa in seconda deliberazione alla Camera ad inizio Settembre.Non essendoci stata maggioranza qualificata per entrare in vigore devono passare tre mesi poi dalla pubblicazione. In questi tre mesi può essere richiesto il referendum. E sicuramente sarà richiesto. Perché il taglio dei parlamentari riduce la democrazia, riducendo la rappresentatività. Un GRAN CAOS che si aggiunge al CAOS ISTITUZIONALE e POLITICO degli ultimi giorni.E se le Camere nel frattempo venissero sciolte?Se si andasse al voto senza l’approvazione della riforma costituzionale, come chiede da giorni l’ex alleato di governo, che ha staccato la spina, con quale legge elettorale si espleterebbe il voto stesso?Con una legge pubblicata e, quindi, ufficialmente in vigore ma che per esplicitare il suo contenuto normativo necessita di una riforma ancora in itinere?E se la crisi di governo fosse stata preordinata proprio per sfuggire a riduzioni dei parlamentari e conseguente applicazione della nuova legge elettorale? Andava abolito “sic et simpliciter” il vitalizio o come si chiama dal 2012, la “pensione” contributiva, ripristinando l’indennità e il rimborso spese documentate. Solo così si sarebbe risparmiato. Invece, con questo pasticciaccio, l’unico risparmio che avremo sarà sulla democrazia!Forse gli italiani un unico motivo per sorridere ce l’hanno: questa crisi di governo ha accantonato la grande buffonata dell’autonomia differenziata almeno … SINO ALLE PROSSIME ELEZIONI!
