ISRAELE. VARATO IL GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE

ISRAELE. VARATO IL GOVERNO DI EMERGENZA NAZIONALE

Proprio in concomitanza con l’inizio di Yom haShoà, la commemorazione dell’Olocausto, è stato siglato l’accordo fra le due principali forze politiche israeliane per poter formare un governo di emergenza. L’accordo comprende più di 40 paragrafi, e nasconde non poche incertezze sulla possibilità che venga rispettato fino allo scadere della legislatura. L’accordo parla di una legislatura della durata di tre anni con un cambio di guardia dopo i primi 18 mesi. Il problema principale consiste che i leader delle principali fazioni, Netanyahu e Ganz, non si fidano assolutamente l’uno dell’altro. Ganz sospetta, con ragione, che il navigato Bibi abbia in serbo qualche sorpresa per evitare la rotazione, mentre l’attuale premier israeliano ha il timore, anche questo giustificato, che la magistratura israeliana ponga il veto ad un accusato di crimini quali corruzione, frode e abuso di potere, di poter sedere sulla poltrona del Primo Ministro. Da qui la complessità di un accordo che sicuramente verrà rimesso continuamente in discussione. Visto che uno dei principi dell’accordo si basa sul concetto di governo paritetico, ecco che si è dovuto allargare a dismisura il numero dei dicasteri per dare posto a tutto il fronte della destra israeliana, per un totale record di 36 ministri. I punti salienti dell’accordo sono i seguenti. Verrà formato un governo di emergenza nazionale della durata di 6 mesi al termine dei quali ci sarà la possibilità di prolungare la sua durata di tre mesi per volta. Durante il periodo di emergenza non verranno prese nuove iniziative politiche, se non di comune accordo, e ci si focalizzerà principalmente sulle misure economiche necessarie per risolvere la crisi derivata dal Covid 19. Nel caso di una possibile crisi di governo e dello scioglimento anticipato della Knesset, Ganz diverrebbe automaticamente primo ministro durante il periodo di transizione. Se invece la magistratura si pronunciasse contro Netanyahu, allora il governo cadrebbe immediatamente lasciando Bibi premier uscente. Al Likud ed ai suoi alleati andranno i dicasteri del Tesoro, Sicurezza Interna, Educazione e Sanità. Al partito di Ganz Difesa, Esteri, Giustizia e Comunicazioni. Il leader del partito Blu e bianco non ha espresso un veto sull’intenzione di Nathanyahu di annettere gli insediamenti israeliani presenti in cisgiordania, ma di questo non se ne discuterà prima di luglio. Possibili contrasti inerenti l’approvazione del bilancio di Stato porterebbero automaticamente a nuove elezioni. Come si può intuire da queste prime indicazioni l’accordo è molto complesso e le zone grigie numerose. Netanyahu parte molto rafforzato perchè il principale ostacolo da affrontare sarà quello di riportare l’economia israeliana al solidità precedente la crisi del corona virus. Attualmente la disoccupazione è del 25%, bisognerà prendere delle decisioni impopolari e bibi ha bisogno di un alleato col quale dividere le responsabilità. Ganz dovrà lavorare molto duramente per recuperare una credibilità politica fortemente incrinata in seguito al suo repentino cambiamento di rotta.