NOI, QUELLI CHE HANNO RIMESSO IN PIEDI LA DIDATTICA

NOI, QUELLI CHE HANNO RIMESSO IN PIEDI LA DIDATTICA

(Premesso che io mi occupo solo di superiori, di bambini non so nulla).Io, nella mia ingenuità, credevo che ci avrebbero coperti di lodi, ammirato, fatto dei monumenti.Un’intera categoria professionale, centinaia di migliaia di persone che, senza averne nessun obbligo contrattuale, senza guadagnarci un centesimo in più, senza nessuna costrizione che non fosse quella del proprio senso etico, nel giro di pochi giorni si è attrezzata come poteva e ha rimesso in piedi la didattica, riprendendo i rapporti con i ragazzi, portando avanti l’attività, andando a cercare i desaparecidos e via enumerando. Certo, c’è sempre qualche cugino che ha un figlio che non, ma i dati a disposizione del MIUR parlano di una risposta plebiscitaria della scuola superiore di fronte all’emergenza.E non è uno scherzo, vi assicuro. Non si tratta di “sapere usare le tecnologie”, benché abbiamo visto colleghi anziani e storicamente refrattari che, in dieci giorni, hanno imparato di tutto e lo hanno pure spiegato ad altri. Si tratta di ripensare e riadattare tutto l’impianto del proprio lavoro. A me sembra che siamo stati assai bravi e, pensa te, mi illudevo che ci venisse riconosciuto. Invece è un po’ di giorni che leggo su diverse bacheche che pare che sia colpa nostra, se le scuole non riaprono. Leggo che probabilmente è perché siamo dei privilegiati ipersindacalizzati, insensibili al grido di dolore della società, ovviamente scansafatiche. Noi. Quelli che hanno rimesso in piedi la didattica perché sì, le centinaia di migliaia di volontari di cui dicevo. Non discuto il disagio dei genitori e, comunque, le elementari sono un altro mondo, anche per quanto riguarda la DAD, e ripeto che non ne so niente e niente ne voglio sapere. Ma che questo disagio si traduca nell’eterna animosità verso la categoria a cui appartengo mi fa venire voglia di tirare schiaffoni in giro.Perché è sempre lo stesso schema mentale, l’intreccio per cui da una parte ti attribuiscono poteri magici (stavolta i famigerati sindacati della scuola, inspiegabilmente e all’improvviso potentissimi ed efficaci) e dall’altra ti svalutano tacciando di fancazzismo chi, ripeto, ha rimesso in piedi la didattica del paese su base totalmente volontaria. Mi pare del tutto ovvio che le scuole riapriranno quando ci saranno le condizioni di sicurezza minime per farlo. Stiamo parlando di milioni di persone che devono sparpagliarsi su mezzi pubblici, treni, strade, per poi passare la giornata in spazi che non sono minimamente pensati per mantenere nessuna distanza. E, perdonate, stiamo anche parlando di una categoria la cui età media è di 50 anni, zeppa di ultrasessantenni, in un paese in cui, a differenza degli altri paesi europei, non è prevista nessuna alternativa al lavoro in classe oltre una certa età. Vedete un po’ voi.