STORIA DI ETTORE E DELLA SOLIDARIETÀ TRA NORD E SUD CHE FA RISCOPRIRE LA BELLEZZA DI ESSERE ITALIANI
L’uomo che vedete al centro, sorridente, si chiama Ettore. Bergamasco di 61 anni. Trentacinque giorni fa, Ettore è collassato a causa del coronavirus. Di più: è entrato addirittura in coma. Da lì a corsa in ambulanza, poi la terribile notizia: nella Bergamo e nella Lombardia devastate dalla pandemia non c’era più posto nelle terapie intensive. Allora si è fatto un tentativo: chiamiamo in Sicilia. Vediamo cosa ci dicono. In pochi minuti la risposta è arrivata: “L’Italia è una, indivisibile e solidale”. E così Ettore trentacinque giorni fa è stato portato d’urgenza, su un volo militare, all’ospedale di Palermo. E proprio lì si è risvegliato dal coma. Lì è stato curato, trattato. E lì è guarito. Perché oggi, dopo più di un mese, Ettore è guarito e torna a casa, a Bergamo. E questo scatto con medici e infermieri siciliani mostra la felicità di tutti. “Mi tatuerò la Sicilia sul corpo”, ha detto Ettore sorridendo. È allora in questa solidarietà tra Nord e Sud che riscopriamo la bellezza di essere italiani. Davvero. In bergamaschi accolti a braccia aperte e strappati alla morte in Sicilia. Negli emiliano-romagnoli che mettono a disposizione il loro centro covid per il resto d’Italia. E nei tanti altri gesti di solidarietà reciproca tra tutti noi. In tutto questo, c’è allora fratellanza di cui abbiamo bisogno. In tutto questo, c’è qualcosa di meraviglioso.
