VENEZUELA: LE DESTRE SI SPACCANO, SI INSULTANO E… SI MANDANO MALEDIZIONI SCIAMANE

VENEZUELA: LE DESTRE SI SPACCANO, SI INSULTANO E… SI MANDANO MALEDIZIONI SCIAMANE

In Venezuela, la Mud si spacca. Volano insulti, anatemi e maledizioni. L’ex governatore dello stato Amazonas, Liborio Guarulla, ricorre a un rituale sciamanico per lanciare la maledizione del dabukuri. Capriles (Primero Justicia) sbatte la porta e lascia la coalizione. Il governatore eletto per il suo partito nel Zulia, Juan Pablo Guanipa, non accetta di giurare davanti all’Assemblea Nazionale Costituente (Anc) e dovrà essere sostituito a seguito di nuove elezioni. Voluntad Popular (la compagine di Leopoldo Lopez e Lilian Tintori) annuncia che non parteciperà alle prossime elezioni comunali. Il presidente del parlamento, Julio Borges, (PJ) corre a Washington a denunciare brogli che nessuno ha presentato al Cne. La Mud ha controfirmato i controlli del sistema elettorale, considerato a prova di frodi. Mentivano prima o mentono ora? Che importa, se i loro referenti principali si trovano fuori dal Venezuela… E già si parla di una nuova coalizione che provi a ricomporre i pezzi della litigiosa destra venezuelana. Tutti attaccano Ramos Allup, l’”adeco” navigato che li ha messi nel sacco ottenendo di essere quello che ha sempre voluto: l’unico referente antichavista riconosciuto. Neppure la rete gli risparmia niente: se prima chamavi “prostituente” la Costituente – scrivono – come ti si deve chiamare ora che la riconosci? I quattro governatori eletti per Accion Democratica hanno accettato l’investitura da parte dell’Anc, potere popolare plenipotenziario che è alla base della Costituzione bolivariana. Maduro li ha invitati al dialogo e ha respinto gli attacchi provenienti dagli Usa e dai paesi neoliberisti latinoamericani che, come la Colombia e il Messico (noti “campioni di democrazia”), non “riconoscono” le elezioni e premono per costituire un governo parallelo all’estero.Il chavismo incassa due risultati importanti: aver spaccato la Mud e aver ricondotto la contesa dal campo violento a quello democratico. Per ora. Le destre, infatti, già suggeriscono un nuovo scenario inquietante: speculando sui rapporti con l’Iran, si potrebbe provocare l’intervento armato degli Usa, per “difendere la democrazia e la sicurezza dal terrorismo”. Che succederebbe – insinuano – se un aereo “carico di terroristi islamici” partisse dal Venezuela per andare a seminare morte nel mondo e venisse “scoperto”? Ma un pericolo ancora più insidioso arriva dall’interno. Come da manuale, al mercato nero un euro viene quotato quasi 5.500 bolivar. Su questa base, che non ha nessun riscontro nell’economia reale e neanche nei parametri internazionali (liquidità monetaria e riserve internazionali), i commercianti hanno sparato i prezzi a livelli irraggiungibili per i settori popolari. E’ come ai tempi di Allende in Cile: far “urlare l’economia” per provocare la reazione dei settori popolari contro il governo. Dalla base chavista è partito il boicottaggio di alcuni prodotti, e l’invito a far presto rivolto ai 545 eletti dell’Anc. Il Partito Comunista del Venezuela (Pcv) chiede di “espropriare gli speculatori”. Contro le storture prodotte dalla guerra economica, i costituenti non potranno usare la bacchetta magica.