A NOVEMBRE MANDATELO A CASA

Una delle mosse più squallide, inutilmente nocive e vigliacche che ricordi. La cosa più sinistra però è che questa pagliacciata la sta facendo solo e unicamente per non ammettere di aver sottovalutato in prima persona la pandemia, ignorando persino gli avvertimenti delle sue agenzie di intelligence sulla aggressività dell’epidemia, oltre ad avere tagliato il budget di una già immaginaria sanità pubblica. È comunicazione pura e semplice, non c’è sottotesto, Trump si impone di tenere una parte perché per lui è tutto un continuo film di cui è protagonista e questo è il momento di proteggersi da qualunque accusa di sottovalutazione o mala gestione. Come? Accusando ferocemente il prossimo di sottovalutazione e mala gestione. Punendolo, indicando al mondo il colpevole che ha lui trovato senza prove, senza indizi, senza indagini. Senza cultura, senza decenza, senza niente. Ora, a parte il solito linguaggio da bisteccheria nei dintorni di El Paso, e a parte che il WHO non poteva fare granché per evitare questa pandemia, ma ammettendo per un momento che fosse il soggetto deputato ad evitare il “failure” di cui parla il POTUS, che poi aggiunge che il Who deve essere “held accountable” – deve risponderne, come se avesse commesso una marachella -, la decisione di Trump è anche rivelatrice della sua allarmante psicologia, una volta di più: è la trasposizione plastica della gente che insulta o aggredisce i medici per non aver saputo curare il parente che non ce l’ha fatta. Siamo di fronte ad un insolente bambino delle elementari, in sostanza, affetto per giunta da disturbo narcisistico della personalità. Voglio avere un sussulto, fidarmi profondamente del popolo americano e sperare, per ora con scarsa convinzione, che a novembre lo mandino a casa