CATTURATO L’UOMO CHE A REGGIO CALABRIA HA DATO FUOCO ALL’EX MOGLIE

CATTURATO L’UOMO CHE A REGGIO CALABRIA HA DATO FUOCO ALL’EX MOGLIE

Mangiava tranquillamente una pizza in un locale al centro di Reggio Calabria, vicino al Museo della Magna Grecia. Nessuno aveva notato le fattezze di quell’uomo che, guardingo, cenava silenziosamente. Il suo identikit campeggiava ovunque in città. Una città dove poche ore prima si era consumata una tragedia proprio a causa di quell’uomo. Evaso dagli arresti domiciliari cui era condannato per maltrattamenti familiari, aveva percorso 400 chilometri,la distanza da Ercolano a Reggio Calabria. Aveva seguito la ex moglie e in una ventosa mattina d’inverno, davanti ad una scuola, aveva cosparso l’abitacolo della macchina della donna di liquido infiammabile e le aveva dato fuoco. Pochi minuti di implacabile lucida follia omicida. Solo il caso aveva voluto che la donna si salvasse. Adesso è ricoverata al centro ustioni di Brindisi dove combatte contro le bruciature del suo corpo e le ferite della sua anima. Chissà se si era fermato un attimo a pensare a quella donna, la madre dei suoi figli o ai figli stessi. Era braccato. Anche lui aveva riportato qualche bruciatura nel porre in atto il suo diabolico piano di morte. Mangiava lentamente come chi non avesse fretta di scappare, di andare via. Aveva abbandonato la macchina in una delle vie del centro cittadino. Chissà come mai non l’avevano ancora trovata, pensava assorto nei suoi pensieri l’uomo. Invece la polizia aveva trovato il veicolo ma non lo aveva rimosso per strategia investigativa e aveva visionato le immagini delle telecamere posizionate nella zona. Grazie alle immagini delle telecamere gli investigatori hanno capito che il ricercato era nella zona in cui poi è stato effettivamente fermato. Il blitz era stato fulmineo e l’uomo non ha avuto neppure il tempo di reazione. Portato in Questura è stato medicato per le ferite da ustione riportate e poi trasferito nella casa circondariale. “Eventuali appoggi di cui abbia goduto – ha affermato il capo della Mobile di Reggio Calabria Francesco Ratta’ – costituiscono oggetto dello sviluppo delle nostre indagini. Se il fuggitivo sia stato protetto da qualcuno nella fuga lo individueremo. C’è ancora da appurare dove abbia passato la notte. Sono state sentite alcune persone ma nessuno ha fornito elementi che potessero portarci all’individuazione del fuggitivo”.L’uomo si sarebbe trincerato dietro un ostinato silenzio. È stato formalmente disposto il fermo a suo carico con l’ imputazione di tentato omicidio. Pesano le dichiarazioni della ex moglie prima di essere portata in ospedale e le ferite eziologicamente riconducibili a ustione sulle mani dell’uomo. Intanto le condizioni della donna restano ancora gravi avendo ustioni sul cinquanta per cento del suo corpo. La stessa tuttavia si sarebbe dichiarata pronta, appena per lei possibile, a formalizzare la denunzia dei fatti alla procura della Repubblica. Chissà cosa pensa un uomo che ha quasi ucciso in un modo atroce una donna, mentre mangia silente una pizza. Forse pensa a quanto sia stato macho a punire un’inerme? A quanto sia stato furbo a vendicare le presunte onte subite? A quanto sia apparso forte dinanzi ad una donnucola impaurita? In uno Stato di diritto il pensiero del reo deve andare alla pena da espiare e quello Stato deve fare in modo che essa sia puntuale, certa, sicura, altrimenti le vittime non smetteranno mai di essere tali.