USA. JULIAN ASSANGE RISCHIA SINO A 170 ANNI DI RECLUSIONE

Julian Assange, nei suoi 15 anni di attività di giornalista, programmatore e attivista libertario, attraverso il suo sito WikiLeaks, ha svelato i metodi di tortura usati dagli USA a Guantanamo contro i prigionieri; ha aperto gli occhi sulle guerre in Afganistan e Iraq, relativamente ai civili uccisi dai militari statunitensi; ha svelato gli accordi segreti di liberi scambio che gli USA stavano per negoziare, denominati TPP, TTIP, TISA; ha messo a nudo alcuni aspetti segreti e poco ortodossi di talune società multinazionali; ha messo a nudo il sistema di spionaggio globale – sfruttato dagli USA – quale strumento geopolitico e molto, molto altro ancora. Ora che non è più protetto dal governo socialista ecuadoriano di Rafael Correa, ma è stato consegnato dall’attuale governo, alle autorità statunitensi, queste, gliela vogliono far pagare salata, per aver contribuito ad aprire gli occhi al mondo. E così, le autorità USA lo hanno incriminato per ben 17 capi di imputazione, utilizzando l’Espionage Act, una legge del 1917, che punisce i traditori che passano informazioni al nemico. Quale sia il nemico, in questo caso, a meno che tutti i popoli del mondo – compreso quello statunitense – non siano nemici degli USA, non è dato di saperlo. Con ciò, Assange, ad ogni modo, rischia sino a 170 anni di reclusione: dieci anni per ogni capo di imputazione. In sostanza, l’attività giornalistica di Assange, viene equiparata a un atto di spionaggio. L’Espionage Act, del resto, è la stessa legge che, nel 1973, fu usata contro l’economista, ex analista militare e attivista per i diritti civili Daniel Ellsberg, il quale – sentendosi corresponsabile dei danni arrecati alla popolazione vietnamita – rivelò documenti top sicret relativi alla guerra del Vietnam, pubblicati poi sul Washington Post. Ne seguì una battaglia sulla libertà di stampa vinta da Ellsberg, il quale, in questi anni, oltre ad aver ricevuto il premio Right Livelihood Award per la pace nel 2006, si è sempre espresso in favore di WikiLeaks ed ha sempre sostenuto Assange.