VIVERE E PRODURRE SENZA INQUINARE. UNA BELLA SFIDA PER COMBATTERE I DANNI

VIVERE E PRODURRE SENZA INQUINARE. UNA BELLA SFIDA PER COMBATTERE I DANNI

Impressiona il fatto di leggere che in Groenlandia il ghiaccio si scioglie al ritmo di miliardi di tonnellate al giorno, mentre brucia la Siberia, il Canada e l’Alaska, e si distrugge la foresta dell’Amazzonia. Il riscaldamento globale favorisce gli incendi e le fiamme stesse aumentano il riscaldamento globale, scaricando nell’atmosfera milioni di tonnellate di CO2. I ghiacci che si ritirano aumentano le zone scure del mare e della terra che assorbono più calore rispetto alla superficie bianca.È un circolo vizioso che alimenta il climate change.Gli scienziati temono anche che lo scioglimento del permafrost, il terreno permanentemente gelato del circolo polare, possa liberare miliardi di tonnellate di gas serra e metano. Una prospettiva allarmante. Secondo uno studio del National Center for Climate Restoration australiano gli accordi di Parigi non hanno tenuto conto del ‘carbon feedback’, del fatto che il pianeta tende ad ampliare in negativo i cambiamenti climatici, con un effetto trascinamento che aumenta la temperatura globale di tre gradi entro il 2050.Gli effetti sarebbero apocalittici per l’ecosistema mondiale e per l’uomo. Ma l’uomo può reagire e costruire un economia ‘carbon neutral’, abbattendo i livelli di C02 e compensando le emissioni residue e non eliminabili, in modo da contenere il riscaldamento globale al di sotto dei due gradi.È evidente che la politica sottovaluta il climate chance e perde tempo prezioso non mobilitando adeguatamente la scienza e la tecnica e non assumendo le decisioni conseguenti. Il cambiamento climatico non è più un problema lontano. Dobbiamo intervenire. Ognuno deve fare la sua parte. A partire dai cittadini, dalle imprese, e dalle istituzioni, comuni, regioni, governo, Unione Europea e Stati del pianeta. A settembre presenteremo, come giunta della Regione Toscana, le linee operative per fare della Toscana una regione ‘carbon neutral’ entro il 2050. La via di uscita alla crisi ambientale non può, come alcuni pensano, essere ricercata in una regressione, in un ritorno indietro, ad una decrescita felice, ad un’improbabile arcadia.Come ha scritto un grande pensatore del 900, Cesare Luperini, ‘solo la scienza e la produzione, che hanno inferto la ferita, possono guarirla ritrovando e stabilendo superiori equilibri e cicli vitali, con un’operare collettivo dell’umanità associata alla biosfera’. Pensiamo di avere una sfida senza precedenti: vivere e produrre senza inquinare. Noi non vogliamo essere indifferenti. Vogliamo assumerci le nostre responsabilità. Perché non possiamo sentirci addosso la colpa di non avere fatto il nostro dovere, di non avere provato a dare mano a chi vuole rimediare il danno e combattere il male.