CORONAVIRUS, SUI SOCIAL TRA POCHI AMICI E TANTI ODIATORI

CORONAVIRUS, SUI SOCIAL TRA POCHI AMICI E TANTI ODIATORI

Mi fa paura il cinismo della gente. Anche ora che il bollettino di Borrelli (e relativa conferenza stampa) viene trasmesso due volte la settimana, si sa comunque il numero di morti, contagiati, ricoverati e tutto il resto.E leggi commenti tipo: “Beh, 483 morti. Ieri erano di più”. Oppure (peggio): “X morti? E che sarà mai, nel mondo siamo quasi 8 miliardi…”.Lobotomizzati dai media, cinici di proprio ma soprattutto indifferenti. Si bada al proprio “particulare” e gli altri ciccia.Non tutti sono così, per fortuna. C’è chi sa che anche una vittima è una vita, spesso una famiglia che va in pezzi. Gli altri no, vivono l’isolamento come fosse un Grande Fratello. Fuori un altro, che mi frega? E la TV diventa complice talvolta involontaria di questi cinici individui.Altra cosa è la “caccia all’untore”. Troppi odiatori, troppi video di gente che corre o passeggia (con mascherina e spesso va a fare la spesa, rigorosamente una per volta), che prende il sole in terrazzo, che si fa una grigliata non fuori casa ma in balcone.“Guardateli! E denunciateli!”, urla l’odiatore. Perché lui non lo fa. Come se dicesse: armiamoci e partite.A lui basta un monitor, le immagini che lo colpiscono e via, scatta l’odio.Neanche Fantozzi che invade un campo di calcio era così frustrato e pieno di livore contro tutto e tutti.Non è il mio mondo. Per carità, sto coi piedi per terra e so che la famiglia del Mulino bianco esiste (quasi) solo nella pubblicità. E che quelli che si preoccupano per te sono pochi. Ma buoni.Per il resto, “andiamo avanti così” (a cattiveria e indifferenza). “Facciamoci del male” (cit)